Per raggiungere gli obiettivi ambientali dell’Agenda 2030 dell’ONU è necessario l’impegno concreto e congiunto di tutte le componenti della società, a partire dalle Istituzioni. Non ne è esclusa anche la Banca d’Italia che, infatti, dal 2010 elabora e pubblica annualmente per ragioni di trasparenza un “Rapporto ambientale” in cui illustra le principali iniziative realizzate per ridurre la propria impronta ecologica, dall’uso sostenibile delle risorse energetiche e naturali alla gestione ottimale dei rifiuti, alla mobilità sostenibile, agli acquisti “verdi” e alla promozione di una cultura ambientale.
Fonti rinnovabili e riforestazioni per ridurre impronta ecologica
Il Rapporto 2022 conferma l’impegno della Banca d’Italia nel contrasto alle emissioni di gas serra, che, infatti, restano inferiori del 20% rispetto al 2019, pur se stabili rispetto al 2021. Tra le leve principali adottate, l’acquisto dal 2013 di energia elettrica proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili certificate. Circa il 60% dell’energia rinnovabile acquistata nel 2021 ha origine eolica, il 25% proviene da fonte solare mentre la restante quota ha origine idroelettrica. Gli impianti fotovoltaici di proprietà della Banca, installati presso lo stabilimento di produzione delle banconote e sugli edifici che ospitano le Filiali di Catania e di Catanzaro, hanno consentito nell’anno la produzione di energia elettrica in autonomia di oltre 61.000 kWh, pari allo 0,1 % del consumo annuo complessivo di energia elettrica. Inoltre, è stato ridotto del 2% il consumo globale.
Una altra spiegazione risiede nella particolare attenzione che la Banca rivolge alla cura e valorizzazione del proprio patrimonio verde. In linea con tale impegno, ha sottoscritto un accordo con il Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFA) dell’Arma dei Carabinieri per iniziative di riforestazione, conservazione e valorizzazione delle aree verdi, tutela della biodiversità, formazione ed educazione ambientale.
Meno carta, più servizi digitale
Ma è nel consumo della carta che si è concentrato il maggior sforzo: ridotti del 25% quello della carta per le pubblicazioni e del 59% quello della carta a uso ufficio, che in ogni caso è per il 63% del tipo riciclata. Per ottenere questo risultato è stato incrementato il ricorso agli strumenti di comunicazione a distanza (+33%), con oltre 3 milioni e mezzo di chiamate e 450.000 riunioni online. Nel 2021 oltre l’82% delle comunicazioni della Banca con soggetti esterni è avvenuto in forma digitale (92% in termini di numero di pagine inviate) e le comunicazioni interne avvengono da diversi anni esclusivamente per via telematica. Gli utenti inoltrano segnalazioni e accedono ai servizi informativi dell’Istituto utilizzando sempre più la piattaforma “Servizi online per il cittadino”, attiva dal 2019.
L’88% delle banconote di carta vengono riciclate
I consumi di acqua potabile si sono abbassati del 19 % e azioni ecosostenibili sono state messe in campo anche nel trattamento della carta delle monete. Insieme alla BCE e alle altre banche centrali dell’Eurosistema anche Bankitalia è impegnata a ridurre l’impatto ambientale connesso alla produzione, la distribuzione, il ricircolo e lo smaltimento delle banconote in euro tanto che nel 2021 la quota di banconote logore triturate inviata a impianti di termovalorizzazione o a impianti per la produzione di combustibile solido secondario è stata pari all’88%”. L’obiettivo è “arrivare al 100% entro la fine del 2022”, si legge nel Rapporto.
Bankitalia in prima fila nei circuiti internazionali
Per rimanere aggiornati su tutte le novità in termini di interventi possibili a livello internazionale e ricoprire un ruolo proattivo, da gennaio 2022 Bankitalia è entrata a far parte dell’organo di indirizzo strategico del “Network for Greening the Financial System” (NGFS), che comprende oltre 116 istituzioni tra banche centrali e autorità di vigilanza e coordina studi e scambi di esperienze sulla gestione del rischio ambientale e climatico nel settore finanziario. Da questo giugno, poi, la Banca d’Italia ha anche assunto, insieme alla Banca centrale della Nuova Zelanda, il coordinamento del gruppo di lavoro “Net Zero for Central Banks”, che condurrà approfondimenti sui temi relativi a investimenti sostenibili, rendicontazione delle banche centrali sui rischi climatici e in materia ambientale e azioni per ridurre l’impronta carbonica delle operazioni interne.