Il progetto Musica al GI9nove nasce da un incontro tra l’Associazione Non profit Seconda Chance e il cantautore The Niro, artista noto tra la discografia romana, in questo caso in veste di docente di un tutorial girato con persone detenute nella sezione G9 del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso. Seconda Chance da tempo di occupa della loro riabilitazione lavorativa, organizzando nelle carceri italiane corsi di formazioni, ludici e sportivi, oltre a più di 160 colloqui di lavoro. In questa occasione, con la collaborazione di The Niro, di Laura Fazzioli, Direttrice del reparto G9 e di Federico Agosta, Responsabile dell’Unità Operativa del reparto G9, ha accompagnato gli allievi lungo un breve ma intenso viaggio alla ricerca di sé e delle proprie relazioni con il mondo esterno guidati dalla musica.
“L’idea era quella di offrire dei corsi di scrittura musicale e di approfondimento dello studio degli strumenti – ha spiegato The Niro -, dando così la possibilità ai detenuti di aprire una finestra verso l’esterno attraverso la musica e dare loro un motivo in più per andare avanti. La musica può essere un grande mezzo per elaborare il dolore e le emozioni e può alleviare il periodo di detenzione”.
I ragazzi del G9 hanno lavorato su testi musicali durante un ciclo di 5 incontri nell’aula che solitamente funge da biblioteca del reparto, dove si sono riuniti e hanno sperimentato come le parole possano tramutare i loro pensieri in qualcosa di melodioso e unico. Al termine della del laboratorio è stata prevista una prova conclusiva consistente nella realizzazione di un brano vero e proprio, musicato dalla chitarra di The Niro.
“L’intento di Musica al GI9nove è quello di far emergere in superficie le emozioni che spesso queste persone sono abituate a nascondere dietro spessi muri protettivi – spiega Alessandra Ventimiglia Pieri, vice presidente dell’associazione -. Far affiorare le tendenze caratteriali, accettarle e far comprendere che la musica è per sua natura uno stabilizzatore dell’umore, una cura interiore che mitiga l’aggressività, portando attraverso il suo ascolto conforto e speranza, anche in situazioni di vita critiche, come quelle che affrontano giorno dopo giorno, le persone detenute”.
In moltissimi ragazzi hanno chiesto alla direzione di partecipare agli incontri musicali e di portare avanti questa avventura per loro simbolo di “evasione” dalla realtà quotidiana.