Il 19 agosto i 70 anni della scomparsa del politico Trentino. La lezione di un grande Presidente al servizio del Paese
Settanta anni fa, il 19 agosto del 1954 si spegneva a Borgo Valsugana, Alcide de Gaspari. fondatore della Democrazia Cristiana, presidente del Consiglio in 8 successivi governi di coalizione, da dicembre 1945 ad agosto 1953. Un politico e un patriota italiano capace di un impegno formidabile, coraggioso e lungimirante. In queste ore ci sono ricordi, testimonianze, interventi che fanno il punto sulla figura del nostro illuminato statista. Di lui si sottolineano unanimemente l’impegno democratico, il realismo concreto, l’operosità, la sua visione dell’Italia libera e democratica. Riuscì a compiere azioni incisive non solo in politica ma, soprattutto, tenendo fede ai valori cristiani e di fraternità. Realizzò un chiaro percorso istituzionale che mise il Paese al riparo degli estremismi ponendolo nel solco di una democrazia solidale e civile. Per dare voce alle idee e al fervente dibattito politico che accompagnava l’Italia del dopo guerra e della crescita economica, fondò nel 1952 anche il nostro giornale: “la Discussione”.
Politica ricca e complessa
Con queste premesse non è semplice tracciare una sintesi degli insegnamenti di una personalità così piena di entusiasmo, di idee, di progetti. De Gasperi realizzò una nuova stagione politica ricca e complessa. Un lascito capace di darci ancora indicazioni preziose. In particolare le responsabilità di chi riveste un ruolo dentro le istituzioni. Sobrietà e dialogo erano le sue doti politiche, valori che hanno costruito un grande Paese democratico, gettato le basi per la risalita economica ma anche collocato l’Italia a pieno titolo nel consesso mondiale. È un debito di riconoscenza che i cittadini e i partiti gli hanno tributato in particolare per aver incardinato la nazione nei valori, scelte e alleanze dell’Europeismo e dell’Atlantismo.
Visione e azione di uno Statista
Oggi dobbiamo tenere a mente e nel cuore le scelte di Alcide de Gasperi perché stiamo attraversando momenti difficili. I venti di guerra, le fragilità delle economie, lo scollamento sociale, gli affanni dei cittadini che non sempre trovano nello Stato un solido punto di riferimento. Mentre lo statista Trentino realizzò in tempi bui la risalita democratica del Paese, impose la forza del dialogare. Realizzò il rispetto delle diverse culture e sensibilità politiche, senza, tuttavia, abdicare ai propri principi.
Da De Gasperi a Papa Francesco, la pace come impegno
Lo dobbiamo ripetere oggi di fronte alle tante vittime innocenti dei conflitti in atto. Serve il coraggio di compiere passi in direzione di negoziati, di sostenere ogni sforzo verso una prospettiva umana e cristiana. De Gasperi in tutti i consessi mondiali espresse la sua idea di tenace assertore della volontà di collaborazione tra popoli, di porre le ragioni del bene comune contro le divisioni. Testimoniò nella sua vita quanto sia importante governare associando i valori umani a decisioni condivise contro le logiche delle lacerazioni. De Gasperi, come è stato ricordato, aveva ben chiaro che non è solo l’assenza delle avversità a permettere la ricostruzione e la rinascita, “ma il saper scegliere una strada percorribile e affrontarla”. Affrontare con autorevolezza e lungimiranza le difficoltà senza perdere umanità e speranza. Sono le lezioni che oggi ci arrivano da Papa Francesco quando chiede ai fedeli di pregare per la pace, quando implora le parti in causa di fermare i conflitti, di essere costruttori di pace. Che bisogna difendere i traguardi della conciliazione tra popoli, che bisogna tutelare la fragilità degli umili e degli emarginati, contro arroganze e ingiustizie. De Gaspari allora, e Papa Francesco oggi, ci riportano alla politica come umiltà, come missione sobria e altruista.
Un uomo onesto
De Gasperi si batté per i principi di coesione geopolitica tra alleati contro le sfide e le insidie delle contrapposizioni. Per questo ancora oggi servono azioni urgenti e nette in difesa dei valori cristiani e di libertà, scelte di fedeltà verso i grandi ideali della vita, dello sviluppo economico così come della Misericordia. Infine ci piace ricordare Alcide de Gasperi anche per la sua umiltà. “Dicono che sono un uomo capace”, confidò un giorno alla figlia, “preferirei che mi si ricordasse come un uomo onesto”.