Questo Governo non è nato per stare fermo, la guerra non può fermare i cambiamenti necessari al PNRR. Lo dice Draghi alla Camera rispondendo ai question time, alludendo soprattutto alla Riforma del catasto che sta dando filo da torcere all’Esecutivo. L’impianto del catasto risale al 1939, gli estimi all’89, per il Premier è irrimandabile una operazione di trasparenza per rafforzare il “contrasto alle irregolarità, agli abusi” e per il “controllo di terreni e fabbricati”, ma senza interventi fiscali sugli immobili. Le varie tassazioni sulla casa succedutesi negli anni (Ici, Imu, Tasi) – ricorda Draghi – “sono state fatte su valori inesistenti, di 33 anni fa. Applicare un coefficiente fisso su valori che non hanno senso, per produrre numeri che non hanno senso, deve finire”.
Ma il deputato FdI Tommaso Foti non ci sta e replica: “In Parlamento esiste un documento, la delega fiscale, dove a pagina 15 della relazione tecnica si scrive testualmente che la norma è coerente con le linee guida della Commissione europea che raccomanda di ridurre la pressione fiscale sul lavoro compensando con la riforma dei valori catastali non aggiornati”.
Italia e UE uniti su rispetto dei diritti umani e solidarietà
Se sul fronte fiscale è bagarre in Parlamento, sul fronte ucraino le forze politiche si ricompattano. Draghi ringrazia maggioranza e opposizione per il sostegno unanime all’applicazione della direttiva del 2001 sulla protezione temporanea in favore dei profughi. Associazioni di volontariato e del terzo settore, amministratori locali, imprese, singoli cittadini e famiglie si sono tutti mossi spontaneamente per sostenere il popolo ucraino: “La forza di un Paese e di una democrazia – ha sottolineato il Premier – si misura anche con la capacità di difendere i valori della dignità umana, della pacifica convivenza e dell’amicizia tra i popoli”. Ma è innegabile che la guerra avrà anche pesanti ricadute sulla nostra economia: “Siamo molto attenti all’incremento del prezzo dell’energia, all’incremento e alla disponibilità delle materie prime. Purtroppo, il Governo non può fermare questi eventi. Ma dobbiamo muoverci con decisione per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e la competitività delle nostre imprese”.
Draghi chiederà aiuti alla UE sul caro bollette
Difficoltà che entreranno anche nel prossimo Consiglio europeo informale dell’Unione, assicura Draghi, perché è evidente che si renderà necessario, alla luce degli eventi straordinari e imprevisti di questi ultimi due anni, una revisione del Patto di Stabilità europeo: “È chiaro – ha spiegato – che molte delle regole devono essere rilette. Una di queste in particolare riguarda la Guida Fiscale per il 2023, tant’è che la Commissione europea, nella sua recente comunicazione, ha proposto di rimandare la decisione relativa al mantenimento o alla disattivazione della clausola generale di salvaguardia a quando saranno disponibili le previsioni di primavera. Ho anche detto, molto tempo prima della crisi in Ucraina, che queste regole di bilancio erano in generale inadeguate. Questa considerazione vale ancora di più oggi”.
Si al nucleare pulito
Per uscire dalla dipendenza dal gas russo, ci vuole tempo, ha ammesso Draghi, che ha insistito sulla necessità di semplificare e accelerare le concessioni per nuovi impianti per le rinnovabili e la costruzione di nuovi gassificatori. Ma il Premier apre anche al nucleare di ultima generazione, quello per fusione a confinamento magnetico, economico e sostenibile, il cui studio è portato avanti dal Consorzio Eurovision, di cui anche l’Italia fa parte, rappresentata dal centro di Ricerca Enea.
Fonte foto: governo.it