L’Ucraina al centro anche dell’ultimo Consiglio dei ministri italiano ma a parlare sono stati i ministri dello Sviluppo economico e delle Politiche agricole per una ricognizione sulle conseguenze che il conflitto avrà sulla nostra economia. Draghi rassicura che non c’è recessione e che la nostra economia continua a crescere pur se con un rallentamento dovuto a mancanza di materie prime in tutti i settori, “In Consiglio dei ministri – ha spiegato il Premier – ho detto che dobbiamo affrontare queste strozzature nell’offerta sostenendo le famiglie subito ma anche diversificando le fonti di approvvigionamento”. Sforzi economici che secondo Draghi e Macron potrebbero essere finanziati con un debito comune a livello europeo. Una proposta subito avanzata dai due Presidenti al Consiglio dei ministri informali UE in corso.
Per tutelare le filiere produttive stop alle esportazioni di materie essenziali
Per cautelarsi da eventuali carenze di disponibilità o da forti aumenti di prezzi, anche di tipo speculativo, Giorgetti ha suggerito di estendere il sistema di stoccaggio, attualmente previsto per le fonti energetiche, a tutte le materie importate dai due Paesi in conflitto oltre che diversificare i fornitori, per i quali il ministro ha riferito che sono state già registrate alcune possibili alternative.
Sulla base delle problematiche delle industrie che operano con e in Russia e Ucraina, il ministro dello Sviluppo economico proposto di disporre il divieto di esportazioni di prodotti indispensabili all’attività di comparti di carattere strategico. Una misura che, se condivisa dalle forze politiche e soprattutto in ambito Ue, sarà rafforzata con l’applicazione di dazi all’esportazione. Il titolare del Mise ha, poi, suggerito l’istituzione di un fondo a supporto dei settori particolarmente colpiti, per evitare il rischio che un ulteriore aumento dei costi di materie prime e di semilavorati, in aggiunta all’impennata ai costi dell’energia, compromettano definitivamente la sopravvivenza delle imprese.
Necessaria revisione Politica Agricola Comune
Per il settore agricolo Patuanelli invoca la Ue, ritenendo indispensabile avviare con urgenza un confronto in ambito europeo finalizzato ad affrontare, oltre alla creazione di un Energy Recovery Fund, il riorientamento della PAC (Politica Agricola Comune) e la deroga sulla disciplina degli aiuti di Stato per l’agro-alimentare. Per quel che riguarda la PAC, secondo il ministro “occorre: posticipare l’entrata in vigore delle misure volte a limitare la produzione; incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali l’UE non è autosufficiente (proteine vegetali, cereali, etc.), consentire l’utilizzo a fini produttivi delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli, anche se parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea, introdurre un contributo flat “ex-novo” per tutte le superfici agricole utilizzate per ammortizzare l’incremento dei costi di produzione, rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare”.
Ddl pro comunità montane e sblocco di 6 parchi eolici
Un grande aiuto è stato dato al settore strategico della montagna, che incide per il 16% sul Pil nazionale, pari a circa 250 miliardi di euro. Il Disegno di legge approvato intende intervenire su sanità, scuole, servizi di telefonia mobile e accesso a internet. Previsti incentivi agli imprenditori agricoli e forestali, misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani” e la misura “Io resto in montagna”. Nell’ottica di quell’accelerazione sulle autorizzazioni per la produzione di rinnovabili sostenuta da Draghi, il Cdm sblocca quattro nuovi progetti di impianti eolici in Puglia, il potenziamento del parco eolico “Nulvi Ploaghe” di Sassari e la proroga della VIA del parco eolico “Corona Prima” nel Comune di Tricarico a Matera. I sei parchi eolici – sottolinea Palazzo Chigi – si aggiungono ai due già sbloccati dal Consiglio dei ministri lo scorso 18 febbraio”.
fonte foto: governo.it