Una mimosa gialla anche alle donne ucraine, sono i pompieri a fargliene dono come segno di incoraggiamento e solidarietà. Sono loro che nei conflitti pagano spesso il prezzo più alto “come donne, madri, compagne di vita. Vittime dell’insensatezza della guerra, vittime spesso di violenze brutali. Eppure la loro forza nel dolore, la loro dignità, si sono sempre rivelate energie insostituibili di resistenza, di coesione, di pacificazione, di ricostruzione”, ha ricordato il Presidente Mattarella alla commemorazione dell’8 marzo.
Donne che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità o che lasciano le loro case e il loro Paese insieme ai propri figli, perché gli uomini restano al fronte. Sono già 1 milione e 700.000 i profughi ucraini, che presto diventeranno 5 milioni se non cessano i bombardamenti, ha detto l’alto rappresentante dell’Ue Borrell. Più di un milione ha trovato rifugio in in Polonia, ma anche l’Italia è pronta a fare la sua parte. “È il momento dell’accoglienza”, ha annunciato Draghi nella dichiarazione congiunta con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Milano, Bologna, Napoli, Roma le mete italiane dei profughi
Secondo i dati del Viminale fino a domenica scorsa, 6 marzo 2022, erano 14.237 i cittadini ucraini entrati in Italia dall’inizio del conflitto (7.052 donne, 1.459 uomini e 5.726 minori), passati principalmente attraverso il confine italo sloveno. Si parla di oltre duemila ingressi ogni 24 ore, “la crisi di profughi più veloce in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale” secondo l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi. Le principali destinazioni italiane sono Milano, Bologna, Napoli e naturalmente Roma, che da tempo annovera tra i suoi concittadini la comunità ucraina più nutrita composta da circa 20mila persone. Secondo il ministero dell’Interno, nell’intero territorio nazionale sono già presenti oltre 248mila ucraini, di cui 190mila sono donne, che già formano una rete di accoglienza spontanea.
Comuni, Regioni, Caritas e Croce Rossa all’opera
Chi volesse ospitare i profughi ucraini in arrivo in casa propria o offrire un alloggio non in uso ha diversi mezzi per farlo. Molti Comuni hanno attivato varie modalità per poterlo fare, anche in collaborazioni con associazioni e organizzazioni come Caritas o Croce Rossa. In generale, i cittadini italiani che intendono accogliere ucraini in fuga, devono rivolgersi alla prefettura del proprio Comune o comunque monitorare i siti della propria città, della propria Regione e delle principali organizzazioni che vi operano per vedere se sono state attivate iniziative specifiche. Esiste però un problema sanitario cui porre attenzione perché in Ucraina c’è una bassa copertura vaccinale anti covid (e non solo), per cui sono state allertate tutte le Asl affinché predispongano risorse straordinarie per tamponi e vaccini ai rifugiati.
A chi rivolgersi per offrire ospitalità
La regione Lazio ha già messo a disposizione 10.000 posti tra alberghi, case vacanze e istituti religiosi già collaudati durante l’emergenza Covid e Afghanistan. Chi vive a Milano può contattare il Consolato ucraino, che insieme al Comune ha attivato un ufficio per chi si rende disponibile all’accoglienza. In Lombardia attiva anche la Caritas ambrosiana. I privati, le parrocchie o gli istituti religiosi possono rivolgersi al numero 02 40703424 o all’indirizzo mail stranieri@caritasambrosiana.it o, per chi vive nella Capitale, a emergenza.ucraina@comune.roma.
A Lucca, chi desidera aprire il proprio appartamento o offrire una casa può contattare la Caritas diocesana all’indirizzo mail caritas@diocesilucca.it o telefonare al numero 0583 430939. L’Associazione Cittadini del Mondo, nella zona di Cagliari, e Federazione AVIB stanno stilando una lista di famiglie disponibili all’accoglienza. Per segnalare la propria disponibilità, si può mandare una mail a cittadinidelmondo.ca@gmail.com e federazione.avib@gmail.com. Anche il Comune di Napoli ha aperto un canale sul proprio sito così come quello di Bologna, dove è stata istituita la task force “emergenza Ucraina”, che ha attivato la mail bolognaperucraina@comune.