Forum PolieCo, Ardituro: “350 indagini in 5 anni sui rifiuti, la ‘Ndrangheta controlla i traffici”

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Anche il Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia al convegno di Napoli. Il Viceministro Sisto: “Magistratura e politica collaborino”

La lotta contro il traffico di rifiuti è una sfida complessa che richiede impegno e coordinamento tra le autorità locali e internazionali. La protezione dell’ambiente e la salute pubblica devono essere al centro delle politiche e delle strategie investigative, per garantire un futuro sostenibile e libero da crimine organizzato. Questo il sunto finale della 16esima edizione del Forum Internazionale Polieco sull’economia dei rifiuti, conclusasi ieri a Napoli con un parterre de roi. È stato il Renaissance Hotel Mediterraneo a ospitare la seconda e ultima giornata del convegno ‘Plastica poche chiacchiere! Traffici, bio, ecodesign e nuove regole’). Accolti dal Direttore e dal Direttore Generale del Consorzio Nazionale per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene, rispettivamente Enrico Bobbio e Claudia Salvestrini, al tavolo dei relatori introdotti dallo scrittore e giornalista Sergio Nazzaro, si sono alternati grandi nomi della magistratura, come il Procuratore Renato Nitti del Tribunale di Trani e il Procuratore Roberto Rossi del Tribunale di Bari e il Procuratore Eugenia Pontassuglia del Tribunale di Taranto.

La situazione

Antonello Ardituro, Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia

Ha parlato di numeri il Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Antonello Ardituro: negli ultimi cinque anni, ha detto, l’Italia ha registrato 350 indagini per reati ambientali condotte dalle 26 procure distrettuali del Paese. Sebbene questo numero possa sembrare esiguo, rappresenta un campanello d’allarme su un fenomeno che richiede attenzione e azione immediata. Ardituro ha chiarito che le Procure più attive in questo campo sono Milano e Brescia. È un dato emblematico di un cambiamento sostanziale nelle rotte del traffico di rifiuti, che ora dal Mezzogiorno si dirige verso il Nord, contrariamente a quanto accadeva in passato. Il Sostituto Procuratore ha spiegato che la ‘ndrangheta, molto radicata in Lombardia, gioca un ruolo chiave nel controllo di questi traffici. La Campania, che per lungo tempo è stata vista come una delle principali vittime di questa piaga, è ora diventata una fonte di rifiuti illeciti destinati principalmente alle regioni del Nord e verso l’Est. Bari, in particolare, si è trasformata in un hub cruciale per il transito di rifiuti, sottolineando il cambiamento nelle dinamiche criminali e il modo in cui questi traffici si sono evoluti nel tempo. Ardituro ha anche menzionato altre procure coinvolte nelle indagini, come Napoli, Bari, Reggio Calabria e Roma, evidenziando che la Campania continua a essere un territorio centrale nel traffico organizzato dei rifiuti. La regione, infatti, è diventata un produttore di rifiuti illeciti che, oltre a dirigersi verso la Lombardia, trova strade anche verso la Puglia e oltre, con rotte che si estendono fino ai paesi asiatici e africani. Uno degli aspetti più preoccupanti, come sottolineato da Ardituro, è il valore economico dei rifiuti illeciti. Questi traffici non si fermano ai confini nazionali e sono alimentati da un mercato globale che sfrutta la mancanza di regolamentazione e controllo. La cooperazione tra le autorità italiane e quelle straniere diventa quindi fondamentale per combattere efficacemente questo fenomeno. Ardituro ha richiamato l’attenzione sulla necessità di potenziare le dotazioni tecnologiche delle forze dell’ordine e delle autorità doganali, così da migliorare l’efficacia delle indagini. L’esperienza acquisita nella lotta contro il traffico di droga potrebbe rappresentare un modello per affrontare il traffico di rifiuti. Ardituro ha sottolineato come le autorità italiane collaborino da anni con quelle sudamericane per combattere il narcotraffico, e ha invitato a replicare questo approccio anche nel contesto dei rifiuti. Tutto questo richiede non solo un potenziamento delle risorse, ma anche un cambio di mentalità, dove la lotta ai crimini ambientali diventi una priorità nazionale. “Possiamo e dobbiamo farlo – conclude Ardituro rivolgendosi anche al Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto presente in sala – anche per il traffico di rifiuti”.

Magistratura e politica

Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia

E nel contesto dell’emergenza rifiuti che affligge l’Italia, proprio il Viceministro Sisto ha lanciato un appello alla collaborazione tra magistratura e politica. Secondo il Rapporto Ecomafie, la criminalità legata ai rifiuti ha raggiunto un livello preoccupante, attestandosi oltre il 66%. Sisto ha evidenziato come questi dati non possano essere ignorati, imponendo una revisione delle strategie esistenti: “Ci obbligano a una maggiore convinzione applicativa delle norme esistenti piuttosto che alla creazione di nuove”. In altre parole, è fondamentale che le leggi già in vigore vengano applicate con maggiore rigore per contrastare le pratiche illecite. Il Viceministro ha chiamato a raccolta non solo la magistratura e la politica, ma anche il settore privato, sottolineando l’importanza del rispetto delle norme: Il Consorzio PolieCo dimostra che non esiste solo un ambientalismo di occasione, ma uno attento e intelligente”, ha detto, evidenziando il ruolo fondamentale del consorzio nel promuovere una cultura della legalità nel settore dei rifiuti. La proposta di rendere permanenti i Tavoli sugli ecoreati, annunciata dal Polieco, rappresenta un passo significativo verso la creazione di un forum di discussione costruttiva tra il Ministero della Giustizia e le istituzioni coinvolte.

Minaccia per l’economia circolare

Jacopo Morrone, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti

Al tavolo dei relatori anche il Deputato Jacopo Morrone, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti, il quale ha messo in luce una delle principali criticità per la governance ambientale: i traffici illeciti di rifiuti appunto. Morrone ha ricordato l’incremento del 66% dei reati accertati nel settore dei rifiuti nel 2023 rispetto all’anno precedente, nonostante i progressi normativi introdotti dalla legge 68/2015: “I traffici illeciti rappresentano una minaccia seria per l’attuazione dei principi di economia circolare”, le sue parole. La Commissione presieduta da Morrone ha avviato vari filoni di inchiesta per approfondire il fenomeno, adottando un approccio analitico multitasking: Stiamo cercando di fare luce sui risvolti transnazionali di questa problematica”. Il suo intervento ha messo in evidenza come il traffico illecito di rifiuti non sia solo un problema locale, ma si estenda oltre confini nazionali, richiedendo un’azione coordinata a livello europeo. Un focus particolare è stato posto sulle criticità legate al trasporto via mare, dal momento che circa l’80% delle merci, inclusi i rifiuti, viene movimentato attraverso questo canale. Morrone ha evidenziato l’importanza di monitorare ogni fase della movimentazione per evitare frodi, come la modifica fraudolenta del codice identificativo dei rifiuti o trattamenti fittizi. “È cruciale garantire la tracciabilità dei rifiuti in ogni fase dei movimenti intermodali”. La conclusione di Morrone è stata chiara: è necessario un grande lavoro per rafforzare le attività di prevenzione e repressione nel settore dei rifiuti. “Dobbiamo evitare ogni eccesso retorico e utopistico e concentrarci sulle priorità”.

Attenzione maggiore

Gerolamo Cangiano, Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti

Presente al Forum anche Gerolamo Cangiano, Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti. Il parlamentare casertano ha detto che “c’è bisogno di un’attenzione maggiore, soprattutto per riuscire a contrastare, anche a piccoli passi, il fenomeno dei reati ambientali che spesso producono più danni anche della droga. E bisogna puntare anche sulle bonifiche, un problema spesso fuori dall’attenzione mediatica ma che continua ad essere fondamentale”.

Tra gli altri relatori di ieri, il comandante del Gruppo Carabinieri Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica di Napoli Pasquale Starace, il Presidente dell’Adusbef Antonio Tanza, il consulente tecnico ambientale Giovanni Boz e l’Onorevole Erica Mazzetti dell’ottava Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici).

L’evento, organizzato dal Consorzio Nazionale per il Riciclaggio di Rifiuti di Beni in Polietilene, gode del patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e in collaborazione con l’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia e l’Ordine dei Giornalisti della Campania.