Fontana: “Leva obbligatoria? No, i giovani non capirebbero”

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Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 30-12-2018 Roma Politica Camera dei Deputati - Legge di Bilancio Nella foto Lorenzo Fontana Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 30-12-2018 Roma (Italy) Politic Chamber of Deputies - Budget law In the pic Lorenzo Fontana

Il Presidente della Camera alla cerimonia del Ventaglio: “La maggioranza? Coesa e solida”

“Non mi piace la leva obbligatoria, ci sono altri modi per servire la nazione”. Queste sono state le parole del Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, rispondendo ieri ai giornalisti durante l’annuale cerimonia del Ventaglio, avvenuta a Montecitorio. “Ritengo che si possano trovare modalità diverse per essere utili al Paese – ha proseguito – come un’esperienza di 6 mesi o un anno per conoscere il territorio e sviluppare competenze in protezione civile, primo soccorso e difesa. Temo che i nostri giovani farebbero molta fatica ad accettare il ritorno della leva obbligatoria, e non mi piace nemmeno il nome”.
Continuando a rispondere ai cronisti, il Presidente ha avuto modo di spaziare tra svariati argomenti, tra cui anche le ultime polemiche legate alle Olimpiadi: “Il match di boxe tra Carini e Khelif sembrava impari, ma ci sono delle regole del Cio, e se qualcuno le ritiene inadeguate, è al Cio che bisogna rivolgersi per discuterne. Servono scienziati e medici per queste questioni, io non sono un esperto” aggiungendo che “voglio offrire il mio sostegno alla nostra atleta. Comprendo quanto siano difficili gli allenamenti e quanto impegnativa sia la preparazione per le Olimpiadi. Spero di avere l’opportunità di conoscerla. Mi ha toccato molto la sua storia. Tuttavia, non farei uno scambio sul ring, sono certo che lei mi darebbe del gran da fare”.

Cannabis light

Restando alle polemiche delle ultime ore, Fontana ha detto la sua anche sulla questione cannabis light: “Sono contrario alla vendita nei negozi e spero che si possano esplorare soluzioni diverse per aiutare queste persone”. Continuando il botta e risposta, il Presidente della Camera ha espresso la propria opinione sulla libertà di stampa, spiegando come “la libertà di espressione è un pilastro della democrazia e deve essere difesa a tutti i costi. Ma, a volte, sembra che ci sia troppa libertà di denigrare o attaccare le persone, è importante esercitare prudenza. I media e i giornalisti hanno un potere significativo che deve essere usato con responsabilità. Il giornalismo di inchiesta è essenziale, ma l’aggressione mediatica può essere dannosa. Recuperare un po’ di prudenza e di etica potrebbe essere sufficiente per evitare che qualcuno ne approfitti”. Proprio su questo argomento, Fontana è tornato sull’aggressione del giornalista de ‘La Stampa’, Andrea Joly, avvenuta a Torino il 21 luglio scorso: “Non esiste giustificazione per la violenza, e quanto accaduto a Torino è estremamente grave e inaccettabile. La gravità dell’episodio è amplificata dal fatto che è avvenuto nei confronti di un giornalista, ma sarebbe stata inaccettabile anche se fosse successo a qualsiasi cittadino”.
Per quanto riguarda le nomine Rai, ha continuato, “siamo in attesa, non è previsto alcun incontro imminente. Avevamo solo formulato un’ipotesi. Al momento, come Camera, non abbiamo aggiornamenti e stiamo aspettando di confrontarci con il Senato per verificare se sarà possibile votare la settimana prossima”.

La politica interna

Passando alla politica interna, ha spiegato ai giornalisti dell’Asp che “la maggioranza sembra sia solida, dopo quasi due anni, nonostante alcune differenze”. “Ritengo – ha proseguito – che stiamo svolgendo un ottimo lavoro. Rispetto all’anno passato, abbiamo ridotto le spese di funzionamento di 10 milioni. Stiamo cercando di rendere il bilancio della Camera il più razionale possibile” asserendo che a settembre ci sarà un’accelerata importante sulla riforma del regolamento della Camera: “Ci sono aspetti completamente obsoleti e spero che ci sia ampia disponibilità da parte dei gruppi”. Sul piano politico Fontana ha chiarito che “attualmente non ho avuto modo di conoscere il generale Vannacci personalmente, quindi mi trovo in difficoltà nel fare commenti. Non ho parlato con lui né letto i suoi libri. Ha ottenuto un risultato significativo alle elezioni europee, ma non mi sembra che sia iscritto alla Lega”, accompagnando un pensiero anche sull’autonomia differenziata: “E’ prevista dalla Costituzione, e se sarà organizzato un referendum, sarà un’opportunità per vedere cosa pensano i cittadini e discutere la questione in modo più approfondito. Le discussioni nelle Aule parlamentari tendono spesso ad avere un’impronta faziosa. Un referendum permetterebbe di esaminare i pro e i contro in maniera più razionale”.

Gli esteri

Guardando all’estero, ha chiarito, in riferimento alle elezioni negli Usa, che “gli Stati Uniti rappresentano il nostro principale alleato, e lo saranno ancora indipendentemente da chi vincerà le elezioni” e sulla questione del voto in Consiglio europeo “non mi sento di giudicare chi decide di non votare Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione europea. L’Unione europea e le sue istituzioni non possono fare a meno dell’Italia, come l’Italia non può fare a meno dell’Ue. La votazione non riduce il ruolo dell’Italia, ma la vera misura sarà data dalla delega che ci verrà assegnata”. Restando in Europa, ha dichiarato che “si è cercato di creare unità alla Destra del Ppe, sperando che l’Ecr e altri gruppi riuscissero a formare un’unica entità per trattare con il Ppe alla pari. Tuttavia, risulta che la Lega e il suo gruppo abbiano votato per la presidenza del Parlamento europeo. Avendo passato nove anni al Parlamento Ue, ricordo che il nostro gruppo era minoritario e non si parlava di populismo. Nel tempo, il gruppo euroscettico è cresciuto, e ora ci sono due principali gruppi euroscettici. Questo indica che – ha osservato – è necessario avviare un dialogo con queste forze politiche. La crescita del disagio tra la popolazione europea è chiara anche dalle recenti elezioni. Dovremmo riflettere su come affrontare queste istanze”.

I conflitti

Sul tema dei conflitti, invece, ha sostenuto che, per l’Ucraina, “dopo due anni e mezzo di conflitto, spero sinceramente che si possa raggiungere almeno un cessate il fuoco. Desidero fortemente una soluzione diplomatica, considerando la situazione estremamente difficile per una popolazione ormai esausta”, mentre per la situazione in Medio Oriente “spero vivamente che non ci sia un’escalation, poiché sarebbe una situazione estremamente grave, con ripercussioni anche per noi. È fondamentale avanzare sulla strada diplomatica, dato che questi conflitti stanno generando un clima di crescente sfiducia”.