Nella Solennità dell’Immacolata Bergoglio lancia un appello per la pace e invita alla riflessione su misericordia, solidarietà e speranza
Ieri, nel giorno della Solennità dell’Immacolata Concezione, il Papa ha lanciato un nuovo appello per la fine dei conflitti durante l’Angelus, chiedendo ai leader mondiali e alla comunità internazionale di trasformare l’imminente Natività in un momento di tregua globale: “Si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate il fuoco su tutti i fronti di guerra”, le parole di Francesco, che ha parlato come di consueto dalla finestra del Palazzo Apostolico in una Roma tipicamente autunnale, chiedendo a tutti i fedeli di intensificare le preghiere e le azioni per la pace in tutto il mondo: “Continuiamo a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Medio Oriente – Palestina, Israele, Libano, e adesso la Siria –, in Myanmar, in Sudan e dovunque si soffre per la guerra e le violenze”.
Ma la giornata di ieri è stata davvero ricca di appuntamenti romani per Bergoglio. In mattinata ha presieduto all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana la messa con i 21 nuovi cardinali creati nel Concistoro Ordinario Pubblico. Alle 12 poi ha tenuto come detto il consueto Angelus e nel pomeriggio e andato in piazza Mignanelli per omaggiare la statua della Madonna, ma non prima di recarsi all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare davanti all’immagine della Salus Populi Romani. Nel mentre, l’auto di Francesco è stata presa di mira da quattro attiviste che hanno manifestato contro le corride e che sono state comunque bloccate dalla sicurezza. Infine Bergoglio ha fatto visita alla ‘Crocifissione Bianca’, opera di Chagall in esposizione a Palazzo Cipolla, in via del Corso. In sintesi, si può dire che è stata una domenica durante la quale il Pontefice ha tracciato un percorso di riflessione che ha abbracciato fede, solidarietà e valore della vita umana.
Atto di venerazione
Parlando dell’appuntamento pomeridiano in piazza Mignanelli, nei pressi di piazza di Spagna, il Santo Padre ha guidato il tradizionale Atto di venerazione all’Immacolata. Qui ha rivolto alla Madonna un pensiero speciale: “Madre Immacolata, oggi è la tua festa e noi ci stringiamo intorno a te. I fiori che ti offriamo vogliono esprimere il nostro amore e la nostra gratitudine; ma tu vedi e gradisci soprattutto quei fiori nascosti che sono le preghiere, i sospiri, anche le lacrime, specialmente le lacrime dei piccoli e dei poveri. Guardali, Madre”. Un pensiero che ha unito la celebrazione mariana all’attualità: il prossimo Giubileo a Roma, annunciato come un “messaggio di speranza per l’umanità provata dalle crisi e dalle guerre”. Il richiamo del Papa non si è limitato alla devozione, ma ha spaziato fino a toccare le ferite aperte della società contemporanea, invitando alla preghiera e all’azione per i più deboli.
La via della misericordia
Tornando all’Angelus mattutino, Francesco ha invitato a riflettere sulla condizione umana e sulla speranza, spesso messa in pericolo dalle crisi di oggi: “Nel nostro tempo, agitato da guerre e concentrato nello sforzo di possedere e dominare, dove ripongo la mia speranza? Nella forza, nel denaro, negli amici potenti, oppure nella misericordia infinita di Dio?”. E dunque Bergoglio ha esortato i fedeli a scegliere la via della misericordia, sottolineando l’importanza della confessione come strumento per aprire il cuore al perdono e alla pace: Oggi è un bel giorno per decidersi di fare una buona confessione. Il Signore perdona tutto, tutto, tutto. Non è mancato un appello alla solidarietà globale. Il Papa ha ricordato i lavoratori italiani in difficoltà, in particolare quelli di Siena, Fabriano e Ascoli Piceno, chiedendo che non vengano privati del diritto al lavoro. Ha anche rivolto un pensiero ai detenuti nel corridoio della morte negli Stati Uniti, implorando la grazia per i condannati.
Basta individualismo
La mattinata di Bergoglio, come anticipato, è iniziata con la celebrazione della Messa nella Basilica di San Pietro insieme ai 21 nuovi Cardinali durante la quale ha offerto una riflessione profonda sulla figura di Maria: “È la ‘serva del Signore’, ma non nel senso di asservita, bensì di persona fidata e stimata, a cui Dio ha affidato i tesori più cari e le missioni più importanti”. Il Vescovo di Roma ha colto l’occasione per sottolineare che Maria rappresenta un modello di vita praticabile, capace di ispirare sia le relazioni familiari che quelle sociali. Ha poi lanciato un monito contro l’individualismo che domina il mondo contemporaneo: “A cosa servono i soldi in banca, le comodità negli appartamenti, i finti contatti del mondo virtuale, se poi i cuori restano freddi, vuoti, chiusi?”. E poi ancora: “A cosa servono gli alti livelli di crescita finanziaria dei Paesi privilegiati, se poi mezzo mondo muore di fame e di guerra?”.