Italia sfiduciata. Famiglie in affanno

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Quella che il Rapporto Italia 2022 dell’Eurispes restituisce è la fotografia di una Italia piegata economicamente e psicologicamente dalla pandemia, sfiduciata nelle istituzioni e allarmata dalla guerra. L’83,2% degli italiani, infatti, è preoccupato dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e teme uno scontro globale se non nucleare. Anche la crisi energetica che ne è scaturita preoccupa l’87,3% degli intervistati.

Non è più il Covid a preoccupare

Questa nuova paura sembra aver offuscata quella sanitaria. Solo il 14,3% dei cittadini se ne dice ancora preoccupato e il 7,4% teme la possibilità di ammalarsi. Restano, però, vive le polemiche sulla gestione. Il 55,8% non approva la strategia adottata e il 68,5% è critico sulla qualità dell’informazione che c’è stata in Italia. Cautele forti sembrano persistere nella mobilità. Secondo il Rapporto Eurispes, il 40,4% riferisce di evitare i mezzi di trasporto pubblico ed il 38,8% i viaggi in treno e aereo. La bicicletta viene utilizzata dal 28,6% degli italiani per gli spostamenti e il monopattino elettrico da un non trascurabile 16%.

La crisi economica colpisce metà delle famiglie italiane

L’atteggiamento di alcuni Paesi come Cina, Brasile e India verso l’emergenza climatica è fonte di ansie per il 75,7% degli italiani, ma la vera preoccupazione è verso la situazione economica generale del Paese che è peggiorata negli ultimi dodici mesi secondo il 59,1% e continuerà a peggiorare nel prossimo anno per il 47%. Il pensiero negativo ha base solidi perché quasi la metà delle famiglie (45,3%) è costretta ad usare i risparmi per arrivare a fine mese e nel 39,4% dei casi il bilancio di casa è peggiorato dall’inizio pandemia. Tradotto in cifre, una famiglia su quattro affronta con fatica le spese mediche (24,5%) e il pagamento delle utenze di gas, luce, etc. (34,4%, +7,4% sul 2021), mentre il 43% (+4,8%) ha difficoltà a pagare la rata del mutuo. Di conseguenza, il 35,7% (+7,2% rispetto al 2021) ha chiesto un sostegno finanziario rivolgendosi alla famiglia, agli amici, alle banche ma anche a privati che a volte si sono rivelati usurai.

La sindrome Hikikomori

Dal punto di vista psicologico si sa che i più colpiti dalla pandemia sono stati i giovani. Gli studiosi, infatti, non hanno dubbi sul legame tra l’emergenza sanitaria e l’aumento degli “Hikikomori” italiani ancora non quantificati. Già prima della pandemia l’Italia era il Paese fuori dal Giappone a presentare il numero più alto di casi (più di 100.000) di ragazzi in una fascia d’età compresa tra i 12 e i 23 anni che abbandonano progressivamente le attività scolastiche, extrascolastiche o lavorative per ritirarsi in isolamento nella loro casa o nella loro stanza per periodi prolungati di tempo. Dopo il Covid l’età si è abbassata ancor di più. «Spesso, il ritiro è la conseguenza di depressione o dipendenza da Internet: psicopatologie alle quali esso è collegato ma che ne rappresentano più spesso l’effetto anziché la causa, che va ricercata in dinamiche sociali più estese – spiega l’Eurispes -. In Italia si osserva che, nella maggior parte dei casi, il momento in cui inizia l’isolamento è quello degli anni delle scuole medie e superiori».

Nel settore giustizia, pieno apprezzamento solo per la Guardia Costiera

Due cittadini su tre (65,9%) dichiarano di non avere fiducia nel nostro sistema giudiziario. Il 23% dei cittadini attribuisce il malfunzionamento della giustizia all’eccessiva lentezza dei processi, il 19,8% risponde che i cittadini non sono tutti uguali davanti alla legge, il 13,6% sostiene che non esiste la certezza della pena, l’11,9% afferma che le cause siano da ricercare all’interno delle scelte sbagliate operate dai magistrati, l’11,6% che le leggi sono inadeguate. L’unica istituzione che gode piena fiducia degli italiani è la Guardia Costiera (69,4%).