Tradite le aspettative di benefici e sgravi contributivi rimasti incagliati tra norme nazionali ed europee. Agli imprenditori non resta che pagare tutto. Si incentivano i sostegni al non fare nulla e si mortificano le aspettative di chi vuole lavorare. Il Governo agisca e non faccia promesse.
Le notizie economiche in questi giorni si dividono tra i clamori crescenti dei risultati di borsa, dei dividendi per gli azionisti di società che fanno utili, mentre alcuni esponenti economisti del Governo, si congratulano in anticipo per il prossimo balzo positivo dell’economia italiana. Sull’altro fronte le notizie in chiave economico sindacale sono dedicate alle crescenti preoccupazioni per i licenziamenti via mail di centinaia di operai, le crisi aziendali, le tutele da studiare per chi perde il lavoro, il come rendere universali gli ammortizzatori sociali. E poi c’è il grande tema irrisolto della previdenza e delle pensioni. Un mondo diviso tra redditizie avventure capitalistiche e dall’altro il tessuto sociale sempre prossimo a sfaldarsi sotto il peso di una crisi che colpisce sempre più persone.
SILENZIO SU CHI SI IMPEGNA
Si parla poco, invece, di quel vastissimo mondo di mezzo, di quelle persone e imprese che devono lavorare sodo, stare su mercati competivi, delle peripezie che molti datori di lavoro devono fare per mantenere in piedi le loro attività produttive. Questo mondo di impegno e di lotta per il bene di tutti, non ha quasi voce in capitolo perché i brindisi che accompagnano i successi economici così come proteste contro i licenziamenti, fanno più notizia di quanti devono lottare contro provvedimenti che esaltati per favorire il lavoro e le imprese si rivelano un flop. È il caso di sgravi contributivi e incentivi all’impiego di neo assunti, tante promesse che rimangono parole.
IL FLOP DEGLI INCENTIVI PER LE ASSUNZIONI E LAVORO
Chi ha seguito il percorso indicato dagli ultimi Governi si è trovato beffato. Gli aiuti promessi non sono arrivati, incagliati tra norme nazionali e quelle europee mentre Inps, Agenzia delle entrate, e nel caso dei giornali l’Inpgi, i versamenti contributivi li vogliono tutti e subito anzi, sono pretesi, altrimenti arrivano sanzioni, il blocco della validità dei documenti unici di regolarità contributiva del Durc, multe etc. Così per le imprese che più si affannano nel seguire progetti di sviluppo, di rilancio e di tutele occupazionali, per loro c’è un deserto di relazioni.
IL DRAMMA DI MOLTI IMPRENDITORI
Nessuno vuole capire il dramma che si cela dietro molte realtà che sopravvivono grazie solo al sacrificio imprenditoriale e umano di chi avverte un impegno morale nel portare avanti progetti e aspettative di tutti. Bisogna che nel dibattito politico rientri con forza le questioni legate alle politiche del lavoro attivo, a come sostenere realmente con tempi e incentivi veri e certi le imprese. Che poi significa dare un futuro a milioni di giovani e di lavoratori.
TROPPI ANNUNCI
Si fanno, invece, molti annunci a beneficio di sondaggi personali, si creano troppe aspettative che sono deluse. Oggi si racconta che è il momento della svolta. Che le riforme e i fondi del Pnrr rimetteranno in carreggiata il Paese che sarà avviato un nuovo ciclo di rilancio dell’economia. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti, il termometro saranno le imprese quelle che lavorano con serietà e in silenzio. Se lasciate sole e saranno costrette a gettare la spugna, allora c’è una certezza: l’Italia chiude.