Nell’immediato prossimo “750 mila persone stanno andando incontro a inedia e morte” e la fame si abbatterà anche su “milioni di famiglie che fino ad ora hanno quasi tenuto la testa fuori dall’acqua”. È quanto emerge dal nuovo Rapporto della Fao (Food and Agriculture Organization) e del Wfp (World Food Programme), pubblicato in prossimità della quarta Giornata mondiale della sicurezza alimentare. Se non bastavano siccità, inondazioni, uragani cicloni e Covid, si legge, nel Rapporto, si sono aggiunti prezzi del cibo e dell’energia in costante crescita esasperati dall’inflazione, dalla carenza di materie prime e dal caro fertilizzanti dovuti alla guerra in Ucraina.
“Siamo profondamente preoccupati per l’impatto combinato di crisi sovrapposte che mettono a repentaglio la capacità delle persone di produrre e accedere agli alimenti, spingendo altri milioni di persone a livelli estremi di insicurezza alimentare acuta”, ha dichiarato il Direttore Esecutivo del Wfp David Beasley.
Le malattie di origine alimentare colpiscono 600 milioni di persone l’anno
Ma con sicurezza alimentare si intende sia la possibilità di garantire in modo costante e generalizzato acqua e alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l’organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, sia che il cibo sia in adeguate condizioni igieniche. I Direttori generali dell’OS e dell’OMS hanno lanciato alcuni allarmi. Con una stima di 600 milioni di casi di malattie di origine alimentare all’anno, gli alimenti non sicuri rappresentano una minaccia per la salute umana e le economie a livello globale. Garantire la sicurezza alimentare è una priorità per la salute pubblica, non solo per salvaguardare la salute e il benessere delle persone, ma anche per favorire lo sviluppo economico e migliorare i mezzi di sussistenza promuovendo l’accesso ai mercati nazionali, regionali e internazionali.
“Tutti, ovunque, hanno diritto a cibo sufficiente, sicuro e nutriente – ha dichiarato il Direttore Generale della Fao, QU Dongyu -. Eppure, dalla tavola alla tavola, il cibo può diventare insicuro in qualsiasi momento. La sicurezza alimentare è affare di tutti, dai Governi e dalle aziende alimentari agli esperti scientifici e ai consumatori”.
La peggior crisi della storia
Nel rapporto della Fao e Wfp si legge che siccità e inondazioni che distruggono i raccolti e decimano i capi di bestiame, fanno parte di una “nuova normalità”, cui si somma l’incremento della popolazione del 22% rispetto al 2021 nelle aree più in difficoltà e un recupero iniquo tra Nord e Sud del mondo dalla pandemia da Covid-19. Infine, vanno calcolati gli effetti del conflitto russo-ucraino. “Le condizioni ora sono molto peggiori rispetto alla primavera araba del 2011 – scrivono le agenzie internazionali – e alla crisi dei prezzi alimentari del 2007-2008, quando 48 paesi sono stati scossi da disordini politici, rivolte e proteste”. Le aree più a rischio sono Etiopia, Somalia, Kenya, Afghanistan, Yemen, Nigeria colpite da particolari siccità dal 2020 e il Sud Sudan devastato da terribili inondazioni.
Fonte foto: Daniel Jukes Imagoeconomica