Lombardo-veneto tra siccità e piovosità. Zaia: situazione critica

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Arriva la stagione delle piogge e alcune aree del Paese sono in allarme. Ma le piogge incessanti di questi giorni appaiono come semplice percezione perché nel medio termine preoccupa la siccità. Nel lombardo-veneto, da un giorno all’altro, si passa dalla crisi idrica all’abbondanza idrica. In Veneto sono segnalati allagamenti e frane. I fiumi sono sorvegliati, ma è interrotta la linea ferroviaria Milano-Venezia tra Vicenza e Padova. La Protezione civile segnala una fase prolungata di precipitazioni e il Presidente Zaia scrive: “osserviamo con attenzione l’intero territorio regionale ed in particolare i fiumi del Vicentino, dove i livelli idrometrici si stanno alzando. Riscontriamo situazioni critiche anche nel Veronese e nel Padovano,” L’Anbi, nel frattempo, lamenta un’altra annata segnata dalla crisi idrica in corso dal 2021 e lo scrive nel report sulla Stagione Irrigua in Lombardia 2023, appena pubblicato.

Profonda crisi idrica

Alessandro Rota, presidente di Anbi Lombardia spiega: “il quadro che emerge è quello di un’annata irrigua,d avviata nel segno di una profonda crisi idrica, dovuta alla scarsità di precipitazioni, con una disponibilità ridotta del 58% rispetto alla media del periodo di riferimento 2006-2020, su cui ha pesato la mancanza di neve (-69%). Le piogge copiose di maggio, insieme alla gestione cautelativa e condivisa dei bacini lacustri e idroelettrici montani, hanno consentito tuttavia di chiudere la stagione senza le gravi difficoltà del 2022”.

Anno più caldo

Anche i dati meteorologici non hanno aiutato: l’anno idrologico 2022-2023 (1 ottobre – 30 settembre) in Lombardia è stato il più caldo dall’inizio delle registrazioni, con un valore di temperatura media nel territorio di pianura pari a 16 gradi centigradi, vale a dire di 0,3 gradi più elevato del precedente record del 2015. Questo ovviamente si è ripercosso in un maggiore fabbisogno idrico delle colture, compensato dall’apporto delle precipitazioni della tarda primavera e di luglio, accompagnate da grandine e da vento forte. Nel 2023 cala ancora il volume totale stagionale delle derivazioni ad uso irriguo da acque superficiali: dai monitoraggi il valore si attesta sui 6,9 miliardi di metri cubi, con una contrazione del 18% rispetto al valore medio del sessennio 2016-2021. Si tratta di una riduzione di circa metà di quella registrata nell’annata critica 2022, che aveva infatti segnato un crollo del 35% dei prelievi sempre rispetto allo stesso parametro di riferimento.

Consorzi di bonifica

“Fondamentale anche in questa stagione – ricorda Rota – è stato il ruolo del Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica, che ha consentito il coordinamento nella gestione dei bacini lacustri e degli invasi idroelettrici montani.” Questo ha permesso di contare su riduzioni contenute delle portate derivate, giungendo quindi ad un complessivo soddisfacimento dei fabbisogni irrigui delle colture. “I Consorzi di bonifica e irrigazione lombardi – conclude il presidente – guardano intanto all’immediato futuro: investimenti in infrastrutture ed innovazione sono alla base della nostra azione, accompagnata dal rafforzamento di una rinnovata cultura dell’acqua basata sull’approccio scientifico di cui il nostro report è parte integrante”.

Il ruolo delle falde

Le dinamiche emerse nel 2023 hanno evidenziato ulteriormente la necessità di approfondire il tema delle interazioni tra irrigazione ed acque sotterranee sia dal punto di vista degli effetti dei prelievi da falda ad uso irriguo, sia da quello del ruolo fondamentale dei sistemi irrigui nella ricarica degli acquiferi. “Questo tema, già emerso con forza nella precedente stagione irrigua, si riconferma – ribadisce il direttore di Anbi Lombardia, Gladys Lucchelli – uno dei più complessi e meno conosciuti: solamente una maggiore consapevolezza del ruolo della falda, delle tempistiche e delle modalità della sua ricarica può consentirne un utilizzo equilibrato e sostenibile”.