La provincia di Roma e il territorio del Lazio si confermano al primo posto per giornalisti minacciati nel primo trimestre di quest’anno. I dati del Dipartimento della pubblica sicurezza che analizza gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti riferiscono di un calo a livello nazionale del 30% di minacce sia in presenza sia attraverso il web, oltre che di danneggiamenti, a livello nazionale. Diminuzione che nel Lazio è del 27%, passando da 11 azioni intimidatorie del primo trimestre 2021 a 8 del 2022.
“Ci fosse anche un solo collega minacciato, l’agibilità dell’informazione resterebbe a rischio – dicono Lazzaro Pappagallo, segretario di Stampa Romana e Giovanni Del Giaccio, responsabile della macroarea dell’Associazione Libertà di informare-. Non si deve abbassare la guardia sul tentativo di mettere a tacere chi fa il proprio mestiere, a maggior ragione quando gli episodi sono legati al racconto della pandemia come si legge nel rapporto del Dipartimento. Abbiamo ancora negli occhi le aggressioni ai cortei no vax, per esempio. Da non sottovalutare, poi, le minacce che arrivano da contesti socio politici”.
L’Associazione Stampa Romana ricorda di avere proposto, insieme ad Ossigeno per l’Informazione, l’inserimento nel codice penale del reato di ostacolo all’informazione proprio alla luce dell’escalation di aggressioni che si è registrata nel corso degli ultimi anni.