Dopo la prima vera finestra aperta ai giovani per dire la propria sull’emergenza clima, è stata ufficialmente inaugurata a Milano la Pre-cop 26, l’ultima riunione ministeriale prima della 26esima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà in Scozia dal primo al 12 novembre.
Il vertice di Glasgow, presieduto dal Regno Unito in partnership con l’Italia, sarà l’occasione per definire le ultime regole tecniche per il funzionamento dell’Accordo di Parigi in merito al meccanismo di monitoraggio e verifica degli impegni assunti e le modalità di cooperazione volontarie per garantire ulteriori azioni contro il cambiamento climatico. La Pre-Cop, cui parteciperanno i rappresentanti di circa 50 stati, del segretariato dell’Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) e una serie di attori della società civile impegnati nella transizione verso uno sviluppo sostenibile, rappresenta, dunque, l’ultima opportunità multilaterale di dare forma nel dettaglio ai negoziati.
Le richieste dei giovani del Youth4Climate
Ad aprire il summit il dibattito, tra i ministri presenti e i giovani del Youth4Climate appena conclusosi sul documento finale con cui sostanzialmente hanno chiesto una vera apertura di dialogo, aiuti ai Paesi poveri, azioni concrete tra cui la chiusura delle industrie basate sulle fonti fossili entro il 2030, investimenti sulle rinnovabili, un sistema di finanza sul clima trasparente, il coinvolgimento di giovani imprenditori, artisti, agricoltori e atleti nell’adozione di misure contro la crisi climatica, obiettivi di zero emissioni da parte del settore privato e la costruzione di una società consapevole, con un sistema educativo sul cambiamento climatico. “Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione – ha detto il Premier Draghi ai ragazzi del Youth4Climate -. L’attuale andamento ci dice che non stiamo riuscendo a mantenere la nostra promessa di contenere il riscaldamento globale. La pandemia e i cambiamenti climatici hanno contribuito a spingere quasi 100 milioni persone in povertà estrema. La crisi climatica, la crisi sanitaria e quella alimentare sono strettamente correlate. Per affrontare tutte queste crisi, dobbiamo agire più velocemente e con più efficacia”.
Draghi e Cingolani: i Paesi industrializzati aiutino quelli poveri
La transizione ecologica comporta, però, severi costi iniziali. Il Premier ha concordato con i giovani sul fatto che sia lo Stato ad aiutare le famiglie e le imprese nel cambiamento. A ricordare la complessità delle trasformazioni è stato il ministro Cingolani: “La sostenibilità per me è un compromesso, diverso da paese a paese. Dobbiamo essere superveloci nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma abbastanza lenti per non distruggere posti di lavoro. Non è semplice. Non c’è una soluzione per tutti”. Pienamente accolto anche da lui, invece, l’appello da parte del meeting giovani a sostenere i paesi con meno risorse: “È una priorità”, ha detto. Più fondi pubblici, dunque, per rafforzare la lotta al cambiamento climatico nei paesi poveri e un massiccio programma pubblico-privato di aiuti.