Indipendentemente dalla siccità stagionale e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, la disponibilità idrica del nostro Paese va diminuendo. Allo stato attuale la variazione è del 19%, ma secondo le proiezioni dell’Ispra la riduzione a livello nazionale, in un futuro prossimo, oscillerà tra il 10 e il 40%. Lo ha annunciato il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, alla Camera riferendo sull’emergenza siccità.
“Le ridotte riserve idriche – ha detto – dovute sia alla mancanza di precipitazioni che alla riserva nivale cumulata a monte, hanno condotto gli operatori del settore agricolo, compresi i Consorzi di Bonifica e irrigazione, ad affrontare una situazione precaria sin dal mese di marzo. La penuria idrica del bacino del più importante fiume d’Italia, il Po, sta interessando oltre un terzo della produzione agricola nazionale: stiamo parlando delle coltivazioni di frutta, verdura, pomodoro e cereali (in particolare mais e riso), oltre agli allevamenti presenti nella pianura padana. La carenza di acqua ha anche ridotto le rese delle coltivazioni seminate nell’autunno scorso quali frumento, orzo e loietto”.
Precipitazioni ridotte del 47%
Patuanelli ha anche spiegato che i dati ISAC (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima)/CNR hanno confermato, per il 2022, precipitazioni dimezzate rispetto alle medie del periodo, con un deficit del 47% a livello nazionale. Il valore ha raggiunto percentuali tra -50% e -60% nelle regioni del nord-ovest. Il tutto in un anno caratterizzato anche da temperature record, che hanno contribuito in maniera rilevante a creare lo stato di emergenza. Anche la recente tragedia della Marmolada va inserito in questo quadro, “un messaggio ancor più diretto ed esplicito”, ha detto il ministro.
Lo stato di emergenza esteso anche a Lazio, Umbria, Liguria e Toscana
La siccità ha colpito in modo particolare il Nord Italia, ma lo stato di emergenza potrebbe prossimamente essere esteso anche ad altre regioni che hanno presentato o stanno presentando richiesta, tra cui Lazio, Umbria, Liguria e Toscana. Il Governo sta predisponendo alcune disposizioni urgenti a favore dei lavoratori e imprese del settore agricolo entro la fine del mese per affrontare la carenza idrica. “Riteniamo, infatti – ha commentato Patuanelli – non più rinviabile il rafforzamento del coordinamento degli interventi strutturali, volti alla mitigazione dei danni derivanti dal fenomeno della siccità e al potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche”. I fenomeni siccitosi preoccupanti sono ormai ciclici nel nostro Paese, si erano già presentati nel 2003, nel 2007, nel 2012 e nel 2017.
Il problema va affrontato anche nel medio e lungo termine
Segnali di allarme si erano manifestati già nei mesi tra gennaio e marzo a causa delle scarse precipitazioni di pioggia e neve. In altri casi, invece, le precipitazioni si sono rivelate addirittura dannose, perché accompagnate da venti forti e da grandine. A rilevarlo sono stati i sette Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici, istituiti per ciascuno dei distretti idrografici in cui è suddiviso il territorio nazionale. Ma secondo il ministro delle Politiche agricole il problema va esaminato e affrontato anche in un’ottica di medio e lungo termine: “La siccità costringe a fare più che a parlare” e, ha assicurato, “stiamo accelerando ogni tipo di iniziativa volto ad ammodernare il sistema”. Le priorità indicate da Patanuelli sono investimenti in infrastrutture idriche, agricoltura di precisione, un commissario che sia messo in condizione di incidere e, infine, un salto di qualità sulle polizze agricole. Tra le azioni previste, anche indennizzi per le aziende non assicurate, colpite non solo dalle condizioni metereologiche ma anche dagli effetti della guerra e del caro prezzi carburanti.