“Sono l’arbitro della democrazia, ma i giocatori mi aiutino”

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Il Capo dello Stato partecipa all’Osservatorio Giovani-Editori: “Più volte ho promulgato leggi che ritenevo sbagliate, ma erano state votate dal Parlamento”

“L’immagine dell’arbitro l’ho adoperata anche io. Ho invitato anche i giocatori ad aiutarlo nell’applicazione delle regole, perché questa coralità è fondamentale. Il Presidente della Repubblica interviene quando il sistema si blocca. Può avvenire perché non tutto è prevedibile. Oltre a essere un arbitro, il Capo dello Stato è un meccanico che interviene per rimettere in moto il sistema che si è inceppato”. Con queste parole Sergio Mattarella ha spiegato il suo ruolo istituzionale durante l’evento per i 25 anni dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori che si è tenuto ieri a Roma, tracciando una metafora efficace per descrivere la funzione del Capo dello Stato nel sistema democratico italiano.

Mattarella ha anche accennato ai casi in cui il Presidente può decidere di non promulgare una legge, sottolineando che si tratta di situazioni eccezionali e ben delimitate: “Solo quando una legge è in evidente contrasto con la Costituzione ho il dovere di non promulgarla” ha detto, ricordando che la Carta rappresenta il punto di riferimento imprescindibile per ogni atto del Presidente. “In quasi 10 anni è capitato più volte. Il Presidente promulga leggi ed emana decreti e più volte ho promulgato leggi che non condividevo, che ritenevo sbagliate e inopportune, ma sono approvate dal Parlamento e ho il dovere di farlo”, la sua aggiunta.

Equilibrio tra i poteri dello Stato

Mattarella ha successivamente parlato di quanto sia importante per qualunque organo dello Stato il potere degli altri organi, “perché non vi sia nessuno nel nostro ordinamento che ne abbia troppo. Il contenimento dei propri limiti è fondamentale. In pratica ha voluto ribadire un principio cardine della Costituzione, e cioè l’equilibrio tra i poteri dello Stato: nessuno può prevalere sugli altri, ogni organo ha una funzione fondamentale, ma la misura della democrazia si trova nel rispetto reciproco e nel contenimento dei poteri, per evitare derive autoritarie o squilibri.

Il Presidente si è poi soffermato sulle emergenze odierne, dai cambiamenti climatici ai conflitti geopolitici, dalle pandemie alle calamità naturali che generano smarrimento soprattutto tra i più giovani, ma anche un’opportunità per riflettere sulla resilienza delle nostre istituzioni e società: “In un tempo così complesso, le nuove generazioni hanno il compito fondamentale di raccogliere le sfide, attingendo non solo alla tecnologia, ma anche alla saggezza del passato per costruire un futuro più stabile e giusto”. In questo contesto, ha sottolineato l’importanza di strumenti come l’educazione, il dialogo e l’informazione di qualità, pilastri essenziali per contrastare la disinformazione e per rafforzare il senso critico delle giovani generazioni.

Astensionismo campanello d’allarme

Nel corso del suo intervento il Capo dello Stato ha affrontato uno dei temi più critici della vita politica contemporanea: il crescente astensionismo elettorale, che rappresenta un fenomeno trasversale a livello nazionale e internazionale. Secondo Mattarella, il calo della partecipazione alle urne è un campanello d’allarme che non può essere ignorato: “La democrazia non è solo un sistema di governo, ma una forma di vita collettiva che si alimenta con il coinvolgimento dei cittadini. Senza partecipazione, rischia di svuotarsi”. Da qui l’invito alle forze politiche che hanno il dovere di andare oltre la competizione per i voti e di prestare attenzione alle ragioni del disinteresse e della sfiducia che portano molti cittadini a non esercitare il loro diritto-dovere di voto.

Occhio all’IA…

Uno dei temi più cari al Capo dello Stato è legato all’Intelligenza Artificiale, argomento che sarà da sviluppare nel prossimo futuro proprio dalle sue generazioni. Mattarella ha posto l’accento sull’importanza della consapevolezza e della responsabilità nell’utilizzo di questa nuova tecnologia: se da un lato offre infinite possibilità, dall’altro solleva questioni etiche e sociali di grande rilievo, come la tutela della privacy, il controllo dei dati e il rischio di discriminazioni algoritmiche. “La consapevolezza e la coscienza umana sono i fattori che devono sempre prevalere” ha sottolineato, aggiungendo che è necessario garantire che il progresso tecnologico sia orientato al bene comune. Ha quindi ribadito che, per affrontare questa evoluzione, è fondamentale prepararsi adeguatamente. I ritmi del progresso tecnologico sono rapidi, spesso più veloci della capacità delle istituzioni e della società di adattarsi. “Occorre attrezzarsi”.

…e al web

Il Presidente ha poi sottolineato con preoccupazione la diffusione di credenze infondate e teorie pseudoscientifiche amplificate dal web. Fenomeni come il terrapiattismo e il ritorno di malattie un tempo debellate a causa della riduzione delle vaccinazioni rappresentano, secondo il Presidente, segnali di una crisi nella capacità critica e nella fiducia verso le fonti di conoscenza autorevoli: “Affidarsi al web come se fosse il medico di fiducia è un rischio che non possiamo permetterci”, le sue parole che hanno voluto evidenziare il pericolo di considerare i motori di ricerca e i social media come sostituti degli esperti.

Mattarella ha chiuso il suo intervento con un appello alle istituzioni, ai media e ai cittadini affinché lavorino insieme per promuovere un’informazione di qualità e contrastare la disinformazione: “L’era digitale può essere un’opportunità straordinaria, ma richiede consapevolezza e responsabilità. L’informazione non è un prodotto, ma un bene essenziale. Saper distinguere il vero dal falso è indispensabile”.