Un innovatore di successo con grande umanità

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Mercoledì sarà lutto nazionale per rendere omaggio a Silvio Berlusconi, un uomo che sarà senza dubbio ricordato nei libri di storia. Comunque la si pensi, è impossibile negare che ha cambiato il volto del nostro Paese, ottenendo successi in tutti i campi in cui si è cimentato. Un uomo “intelligente, charmeur, che ha avuto una carriera politica straordinaria”. “Gli italiani sono dei sognatori e Berlusconi è una star, un attore hollywoodiano. Le star fanno sognare”, così lo aveva definito il guru della comunicazione Jacques Séguéla, teorico del “si vota l’uomo” e “non il partito”, che tanto ha ispirato Berlusconi. L’immagine e la comunicazione sono state le sue armi più potenti, tanto da dare vita alla definizione di “berlusconismo” per indicare uno stile di vita in cui la forma diventa sostanza. E sempre sulla comunicazione, campo in cui è ricordato da tutti come genio assoluto, si basa il suo primo grande successo da imprenditore, quando inventò la televisione commerciale che costrinse la Rai per anni a una rincorsa forsennata.

Imprenditore di razza

Il suo idolo è il padre, Luigi Berlusconi, che fu prima un impiegato alla Rasini, ma poi assunse un ruolo direttivo all’interno della stessa. Al suo pensionamento gli lascia la liquidazione, pari a circa 30 milioni di lire. Da lì Berlusconi, che vendeva case, prese il volo. Nella seconda metà degli anni Sessanta il Cavaliere ha in testa di costruire Milano2. Pochi mesi dopo saranno costruiti 712mila metri quadrati di case, alberi e negozi. Il suo sogno si realizza con un utile di 35 miliardi delle vecchie lire. Ma nel cassetto lui ha anche un altro sogno, la televisione. Il 21 marzo 1975 Silvio, allora presidente delle società edilizie Edilnord s.a.s. e Italcantieri s.r.l., costituisce a Roma una società a responsabilità limitata denominata “Fininvest”. L’8 giugno 1978, a Roma, nacque un’altra s.r.l. denominata “Fininvest Roma”, che aveva tra i soci anche la Banca Nazionale del Lavoro. Nel giro di due anni a partire dal 1977 diventa l’azionista di maggioranza della Società Europea di Edizioni, (editrice del quotidiano milanese il Giornale) e acquisisce l’emittente televisiva locale Telemilano. Nel 1978 incorporò per fusione a Fininvest Roma S.r.l. la Fininvest S.p.A. di Milano. Nel 1979 fondò Reteitalia e la concessionaria di pubblicità Publitalia ’80 per sostenere il mercato televisivo di Telemilano 58, nuova denominazione di Telemilano, e in seguito quello di Canale 5. Nel 1986 a Parigi c’è l’inaugurazione del “Gran Galà” de La Cinq, la sua tv francese, di cui lui cura tutto. Nell’aprile ‘88 rileva anche il 70% dei supermercati Standa e la Fininvest diviene il terzo gruppo italiano, dopo la FIAT e la Montedison. Nel 1992 la Fininvest controllava 168 società, di cui 44 all’estero.  Nel 1994 il comparto televisivo viene riorganizzato e diventa  Mediaset S.p.A., aperto a soci esterni (Al Waleed, Leo Kirch, Johann Rupert) e nel 1996 viene collocato in borsa.

Il grande comunicatore

E sempre sulla comunicazione e sulla capacità di sognare e far sognare fa nascere un movimento politico che lo ha portato a diventare Presidente del Consiglio per ben quattro volte, passando a Palazzo Chigi 3.339 giorni, ovvero per più di 9 anni. Un tempo record che resta imbattuto. Un movimento che fa rinascere il sogno americano, che si basa sul volere è potere, che fa tirare su la testa a tanti italiani stanchi e disillusi che lo venerano come una divinità. Perché è la sua vita stessa ad essere d’esempio. Da intrattenitore sulle navi da crociera e venditore porta a porta a leader indiscusso in campo internazionale e imprenditore di successo. Due realtà che nella sua vita si influenzano reciprocamente nelle scelte, ma anche nella capacità di applicare per la prima volta alla politica le regole del marketing e inventare il partito persona. Un modello incarnato così bene che tutti si chiedono quale saranno le sorti di Forza Italia senza il suo fondatore.

Il conquistatore di trofei calcistici

Come il re Mida, ogni cosa che Berlusconi tocca sembra trasformarsi in una vittoria. Così quando decide di diventare presidente del Milan, dal 1986 al 2017, riesce a portare a casa ben 29 trofei, diventando anche qui il presidente più vincente e longevo della storia del club. La squadra rossonera oggi piange la scomparsa del presidente che l’ha portata dal punto più basso al più alto del calcio. “Ci disse – ricorda Alberico Evani, ex centrocampista del Milan dei record -, il primo giorno che lo conobbi, che avrebbe portato il Milan ad essere la prima squadra d’Italia, d’Europa e del mondo e così è accaduto”. Stesso sogno che stava regalando al Monza, protagonista della scalata dalla Serie C alla A, di cui diventa proprietario nel 2018. E come nella politica, anche nel calcio impone lo schema di squadra-azienda, con campagne acquisti faraoniche, per costruire successi e vendere spettacolo.

La grande umanità

E poi c’era un lato umano, forse meno conosciuto. L’aggettivo più usato da tutti i suoi compagni politici e amici è “generoso”. Una generosità che nasceva dalla sua voglia di vivere e amore per tutte le forme di vita, a cominciare dagli animali. Come ha ricordato Vittoria Brambilla, fin da piccolo ha sempre dimostrato una passione per tutti gli amici a quattro zampe, tanto da intestarsi le campagne contro la moria degli agnellini a Pasqua o a scrivere di suo punto la trasmissione oggi in onda “Dalla parte degli animali”, perché non sopportava l’idea che potessero esistere i canili e che tutti quei randagi non potessero avere una famiglia. Un rispetto per la natura che ha portato a inserire l’anno scorso in Costituzione l’ambiente come bene da tutelare.

In occasione della morte di Gheddafi Berlusconi citò la celebre locuzione latina sic transit gloria mundi, nella consapevolezza della finitezza delle nostre esistenze umane, ma sicuro che nessuno lo avrebbe mai dimenticato. E siamo convinti che oggi starà sorridendo da lassù nel vedere come il mondo per un attimo si sia fermato, sinceramente commosso davanti alla notizia della sua dipartita.