Da giovedì 22 febbraio Casa Rossini accoglie la mostra promossa dalla Fondazione Rossini, proponendo al pubblico una selezione delle tante immagini del celebre operista e compositore italiano che la storia ci ha consegnato. Attraverso questa rilevante iniziativa, che rientra nel ricco calendario delle Settimane Rossiniane di Pesaro 2024, la Fondazione desidera porgere un prezioso omaggio al cittadino più illustre di Pesaro nell’anno in cui la città è Capitale Italiana della Cultura.
Per celebrare il suo compleanno
Una nuova iniziativa del ricco cartellone delle Settimane Rossiniane edizione 2024 desidera festeggiare il compleanno di Gioachino Rossini. Da domani Casa Rossini accoglie la mostra “Ritratti rossiniani”, promossa dalla Fondazione in collaborazione con: Comune di Pesaro, MIC, Regione Marche, BCC, Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Intesa San Paolo, Pesaro Musei, Museo Nazionale Rossini, Sistema Museo, Conservatorio Statale di Musica “G. Rossini” di Pesaro, Rossini Opera Festival e Amat. L’evento espositivo raccoglie alcune delle immagini del Maestro pesarese ricordato principalmente per le sue opere famose e celebrate, quali Il barbiere di Siviglia, L’italiana in Algeri, La gazza ladra, La Cenerentola, Il turco in Italia, Tancredi, Semiramide e Guglielmo Tell. Nel corso della sua lunga vita, infatti, sono stati moltissimi i ritratti che raffigurano Rossini, diversi per tipologia e tecnica, dal disegno all’acquaforte, dalla litografia alla china, dalla tela al dagherrotipo, alla fotografia, fino naturalmente alle sculture. Il compositore appare in pose ufficiali o colloquiali, in piedi o seduto, da solo o assieme ad altri musicisti, oggetto di caricature che ne attestano la vasta popolarità, oltre ad enfatizzare satiricamente vizi e virtù.
La sua velocità di composizione
Gioachino Rossini (o Gioacchino), al battesimo Giovacchino Antonio Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Passy, 13 novembre 1868), è il più importante compositore italiano della prima metà del XIX secolo. A neanche vent’anni tre sue opere vennero già rappresentate; un anno dopo furono dieci. L’esordio ufficiale sulle scene fu nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia con “La cambiale di matrimonio”. Nei vent’anni successivi, Rossini compose una quarantina di opere, arrivando anche a presentarne al pubblico 4 o 5 in uno stesso anno. Uno dei più grandi operisti della storia della musica, per la precocità e la velocità di composizione, Rossini è stato soprannominato il “Mozart italiano”. Definito da Giuseppe Mazzini “Un titano. Titano di potenza e d’audacia, il Napoleone d’un’epoca musicale”, era tipico del suo stile il “crescendo orchestrale” (indicazione dinamica musicale che prevede l’aumento graduale dell’intensità del suono) su una frase ripetuta; invero, Giacchino resta immortalato nella locuzione “crescendo rossiniano”.
Prezioso patrimonio storico
In mostra vi saranno inoltre alcuni esempi delle immagini contenute all’interno di rare biografie dedicate all’autore, negli spartiti delle sue composizioni o a corredo di articoli celebrativi apparsi su giornali, riviste, almanacchi. Completano il percorso espositivo i manifesti e le pubblicazioni di alcune edizioni del Rossini Opera Festival, in continuità con il prezioso patrimonio storico permanente esposto nella casa natale. La mostra, aperta al pubblico fino al 31 luglio 2024, è curata da Catia Amati, Lucia Ferrati e Maria Chiara Mazzi con la gentile collaborazione di Sergio Ragni e Luigi Cuoco, appassionati studiosi della musica e della vita di Gioacchino Rossini.