Storie di immigrazione di italiani in America nei primi del Novecento nel volume di Frank Iovine e Ashley Carr, tradotto da Francesca Di Matteo, e presentato alla Camera dei Deputati per l’alto valore culturale delle ricette centenarie che gli italo-americani continuano a tramandarsi da generazione in generazione.
L’edizione italiana di “Ricette e Ricordi di Nonno – Uno stile di vita Mediterraneo”è stato presentato a Roma in una sede istituzionale, alla presenza dell’onorevole Christian Di Sanzo, deputato Pd eletto nel Nord e Centro America, e dell’editore Pietro Graus, per valorizzare la storia di un uomo qualunque, simbolo dei tantissimi immigrati italiani in America e oggi ambasciatore, attraverso i ricordi di suo nipote Frank, dello stile di vita italiano. Il volume tradotto dalla giornalista Francesca Di Matteo, che ne ha curato anche la prefazione, parla dell’esperienza di tantissimi nostri connazionali che per necessità economiche quasi due secoli fa sono stati costretti a lasciare l’Italia rimanendo, però, fortemente aggrappati alle proprie radici attraverso la cucina e le ricette ormai centenarie.
La dieta mediterranea, oggi patrimonio dell’umanità dell’Unesco, allora era vista con diffidenza e scetticismo per l’eccessivo apporto di farinacei, come la pasta, rispetto alle proteine tanto care alla società progressista americana di quei tempi. Addirittura si sconsigliava di seguirne i dettami e di evitare gli italiani, i quali, però, non hanno ceduto alla tentazione della più completa integrazione, tenendo sempre alto il vessillo delle nostre tradizioni, tanto da partecipare significativamente allo sviluppo degli Stati Uniti, alla diffusione del Made in Italy e della lingua e della cultura italiane.
Protagonista del libro, insieme alle ricette, è nonno Angelo che, partito a 16 anni da un piccolo paesino dell’entroterra campano, riesce a imbarcarsi su uno dei cosiddetti “viaggi della speranza”, stipato con tanti altri in una maleodorante stiva per cercare fortuna in America. Ed è proprio nel conservare caparbiamente tra le tante avversità quelle consuetudini culinarie, che partivano dai due biscotti fatti in casa con il bicarbonato e il caffè alla mattina, che si è incarnata la precisa volontà di conservazione identitaria e l’orgoglio di essere italiani.
“Abbiamo parlato di vecchia immigrazione – ha spiegato la curatrice del libro, Francesca Di Matteo – quella dei primi del ‘900, attraverso la storia di nonno Angelo, che è anche la storia di tutti quegli emigrati italiani che sbarcarono a Ellis Island nella baia di New York, ma anche di nuova immigrazione, che ancora oggi contribuisce fortemente all’economia americana e alla diffusione del Made in Italy negli Stati Uniti e della lingua italiana, che in questo periodo di riscoperta, si posiziona tra le lingue più studiate al mondo e tra le più amate”. “Dai primi del ‘900 ai giorni nostri – prosegue la giornalista – l’immigrazione ovviamente è cambiata, ma comunque ha contribuito e continua a contribuire a rafforzare questo ponte tra l’Italia e l’America e a diffondere i prodotti enogastronomici italiani sul suolo americano”.
Come tutti i nonni, Nonno Angelo ha sempre avuto molto da raccontare e da insegnare. Il suo non è stato un viaggio semplice ma lo ha affrontato con determinazione, una qualità che da sempre lo ha contraddistinto. Le ricette, dunque, non sono solo elenchi di ingredienti e di preparazioni, ma rappresentano tutto uno stile di vita, quello mediterraneo. Frank Iovine, suo erede, è nato e cresciuto a New York e il cibo è sempre stato un elemento fondamentale della sua crescita e della sua vita. L’amore per l’arte culinaria è iniziato da bambino nella cucina di suo nonno e di sua nonna, esperti di piatti regionali italiani. Frank ha sviluppato il suo stile utilizzando molto il gusto e l’olfatto e, per questo motivo, nel libro non ha incluso nessuna foto delle ricette finali e del loro impiattamento, ma solo la lista degli ingredienti per “educare” anche il lettore a riprodurre le ricette di nonno Angelo avvalendosi dell’apporto di tutti i sensi.