Dal primo luglio 35 milioni di italiani saranno tenuti a pagare bollette, bolli e multe arretrate. Poi scatteranno pignoramenti, blocchi e ipoteche. Sui poveri la mannaia calerà con precisione, ma si potrà avere più trasparenza sulla Centrale rischi finanziari Crif?
Pochi vogliono vedere in faccia la realtà economica di molti italiani, imprese o famiglie che siano. Prendiamo il caso della “rottamazione” delle cartelle fiscali degli Italiani che hanno un contenzioso con il fisco. Una montagna di cartelle con importi pesanti riguarda poche persone e imprese; mentre la stragrande maggioranza deve allo Stato poche centinaia di euro, per bolli auto, multe e alcune bollette non pagate. Ora fare un condono fiscale come quello deciso il 23 marzo 2021, che prevede la cancellazione di debiti di importo residuo inferiori a 5mila euro, con lo stralcio delle cartelle dal 2000 al 2010 e per chi ha un reddito imponibile non superiore a 30mila euro, è obiettivamente inutile. C’è da chiedersi se questa è veramente la pace fiscale tra Stato e contribuente? Se ha senso un percorso del genere dal momento che le statistiche, ripetono che le persone hanno perso buona parte delle loro entrate economiche? Il condono era stato presentato dapprima come pace fiscale, poi come tregua, infine la beffa. La famosa e attesa rottamazione riguarda persone e cartelle con cifre vecchie, forse anche inesigibili, con in aggiunta una serie di strettoie burocratiche. Parliamo di pagamenti in molti casi già estinti.
IL 40% DEI DEBITI COL FISCO È INESIGIBILE
Soprattutto non si è voluto tenere conto che il “magazzino” delle cartelle esattoriali ammonta a 955 miliardi di euro. Debiti che cittadini e imprese hanno da decenni con l’Agenzia delle Entrate e Riscossione. Ad aprile 2020 – erano 17,4 milioni i contribuenti italiani con un “conto aperto” con il Fisco. Circa il 40% delle somme inoltre è difficilmente recuperabile. A dirlo è il direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini
Il compromesso politico, tuttavia, ha fatto finta di non vedere il problema.
Ora c’è uno spartiacque: una piccolissima parte di morosi forse vedrà estinto il proprio debito, mentre il 30 giugno scadrà la proroga per milioni di contribuenti. Il 1 luglio infatti partiranno milioni di nuove cartelle esattoriali, più di 35 milioni di invii. Ci sarà tempo fino al 30 luglio per pagare le rate sospese dall’8 marzo 2020. I cittadini in difficoltà che non pagheranno vedranno il ritorno in scena di procedure come fermi, ipoteche, pignoramenti. Nel contempo milioni di persone che risulteranno morose andranno ad allargare le fila degli archivi segreti della Centrale rischi finanziari, Crif, società privata che custodisce il destino finanziario di molti “morosi” .
Secondo dati mai smentiti dalla Centrale rischi ci sono 12 milioni di italiani segnalati come cattivi pagatori e che, quindi, hanno il conto corrente bloccato. Il numero coincide con i 12 milioni di poverissimi che in Italia stentano ad arrivare a metà mese. I partiti pongano fine a ingiustizie fiscali ed economiche che oggi appaiono insopportabili e che generano gravi disuguaglianze.