“Maggiore percezione del rischio”. È la formula silenziosa e lapidaria che le Banche antepongono alle valutazioni di quanti chiedono credito. In fila ci sono famiglie, piccole e micro imprese, lavoratori autonomi. Le inaspettate criticità economiche – dopo le difficoltà del Covid – con la ripresa che ha fatto i conti con guerra, costi energia e materie prime, inflazione e rialzi dei tassi Bce, hanno alzato un muro che in molti non riusciranno a superare.
Nel 2023 le possibilità di avere un finanziamento si sono notevolmente ridotte. Le analisi di Bankitalia sottolineano come la stretta sul credito si sia protratta anche nel secondo trimestre del 2023, “i criteri di offerta hanno registrato un nuovo irrigidimento”, annota l’Istituto di via Nazionale. Inoltre il fenomeno si è esteso provocando un effetto domino sui pagamenti e sui coefficienti dei crediti deteriorati.
Credito, ultimi in Europa
I dati non sono rassicuranti, e raccontano le difficoltà del Paese che se da un lato ha una capacità manifatturiera da protagonista, e un livello di risparmio elevati, dall’altro, a fine maggio, segnala la Banca d’Italia, il credito alle imprese è sceso del 2,3% annuo, piazzando l’Italia ultima tra le grandi economie Ue. Da annotare per essere precisi, che nello stesso periodo in Francia e Germania l’affidamento di prestiti è cresciuto del 7,7% e in Francia del 6,2%.
Mentre la media dell’Eurozona è +4%.
Banche popolari più vicine
Che l’Italia sia una Nazione dove l’identità si declina in territori regionali permette anche una ulteriore analisi sul credito. A svolgere un ruolo di sostegno a imprese, famiglie e lavoratori autonomi ci sono le Banche popolari, rurali e di credito cooperativo che oggi, osserva Bankitalia: “svolgono un importante lavoro
nel raccogliere e rappresentare le necessità delle loro realtà”. La foto che ne esce è la possibilità di creare un sistema virtuoso di aiuti a chi è in difficoltà e cerca di rilanciare il proprio impegno per unirlo allo sforzo del Paese.
L’appello delle Associazioni
Tra le numerose riflessioni e invocazioni sulla urgente necessità di riaprire i cordoni dei crediti c’è la proposta dalla Confederazione nazionale degli artigiani emersa in un recente convegno dal titolo: “Artigiani e piccole imprese alla sfida del credito”. Fabio Petri presidente Cna Siena, illustra come sia necessario rafforzare il credito verso chi assume e promuove nuovo modelli di sviluppo. “Premiare le imprese che riescono a fare interventi che hanno benefici sull’ambiente è una cosa positiva, penalizzare chi non riesce a farlo è un errore”, evidenzia il dirigente Cna, “Non tutto è imputabile alla capacità dell’impresa”. Nei fatti le Pmi sono gravate da oneri e incombenze burocratiche che danno filo da torcere anche al più ottimista degli imprenditori. Le imprese che assumono, per evidenziare un caso, trovano incertezze e vuoti normativi labirintici. Paletti che generano sfiducia quando i nuovi modelli di sviluppo prevedano un orizzonte di impegno e uno spirito di condivisione che come detto in parte assolvono le banche del territorio.
Le innovazioni positive
Se si segue il filo delle pratiche migliori ci si accorge che per le piccole imprese, affiorano spiragli innovativi che sono importanti. Ne indichiamo una, ad esempio, le banche oggi valutano la concessione di finanziamenti in base a criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. In pratica
i cosiddetti “Esg” che possono avere un ruolo significativo nel sostenere le imprese che realizzano progetti di sviluppo in linea con le direttrici fissate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare nel capitolo ambiente.
Il volano del Pnrr
Certo il futuro per famiglie, imprese e lavoratori autonomi è una sfida di “ristrutturazioni finanziarie”, di impegno notevole nel far quadrare i bilanci, mantenere livelli di vita accettabili, e utili dignitosi. Sappiamo che ci sono situazioni di sfavore, ma anche di potenzialità e possibilità notevoli di sviluppo. Il pieno utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e dei fondi strutturali rappresenta un volano di crescita fondamentale. Se le piccole imprese avranno un ruolo significa nei progetti.
Inoltre se la crescita del Pil sarà di 1,3%, l’inflazione stando alle stime scenderà dall’attuale 6% al 2,3% e al 2% nei prossimi due anni.
La spinta di Ursula von der Leyen
Sono segnali positivi che vanno raccolti. Possiamo concludere con quella espressione di sicuro entusiasmo e sostegno del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che dopo il via libera dato dalla Ue alla terza tranche del Pnrr e alle modifiche richieste da Roma per la quarta tranche, – azzerando le critiche piovute sul Governo dalle opposizioni – ci sprona con un sincero augurio, di: “Avanti tutta, con Italia di domani”.