Presentato l’ultimo Rapporto Istat sullo stato del nostro Paese, che rileva un aumento della povertà assoluta che sfiora la cifra record del 10% della popolazione
Secondo il Rapporto annuale Istat 2024 su “La situazione del Paese” pubblicato ieri, in Italia nel triennio 2019-2023 l’economia italiana è cresciuta più della media della Ue27 e, in particolare, di Francia e Germania che sono tra le maggiori economie dell’Unione. Alla crescita si è associato anche un buon andamento del mercato del lavoro. Ciononostante, la povertà assoluta sfiora quota 10%, ai livelli massimi degli ultimi 10 anni, perché “nonostante la crescita – ha spiegato il Presidente dell’Istat Chelli – non si è riusciti a intaccare le disuguaglianze economiche che, anzi, si sono ampliate”. Le cause di questo gap si possono ritrovare, sempre secondo il Presidente, “nell’emergenza sanitaria e nell’inflazione”. L’episodio inflazionistico originato dall’aumento dei prezzi delle materie prime ha avuto effetti differenziati sulle imprese e, in particolare, sulle famiglie, con le retribuzioni che non hanno tenuto il passo dell’inflazione e riducendo il potere di acquisto soprattutto delle fasce di popolazione meno abbienti.
Per quanto riguarda la povertà assoluta il fenomeno riguarda l’8,5% per le famiglie e il 9,8% degli individui, mentre 10 anni fa le stime erano rispettivamente al 6,2% e al 6,9%. Ciò fa sì che “2 milioni e 235 mila famiglie e 5 milioni e 752 mila individui – scrive l’Istat – vivano sotto la soglia di sussistenza”. Le famiglie più povere si trovano nel Mezzogiorno, attestate al 10,2%; un po’ meglio il Nord, all’8%; mentre il Centro si rivela come la zona con meno famiglie povere, con un 6,8%. Anche per quanto riguarda l’analisi degli individui, la situazione non cambia: l’incidenza individuale della povertà riguarda il 12,1% delle persone al Sud e sulle Isole; il 9,2% degli individui al Nord-Est; l’8,7% al Nord-Ovest e l’8% al Centro.
Gli ultimi dati sulla povertà in Italia nel 2023 sono allarmanti e impongono una mobilitazione a livello nazionale. È il commento della Comunità di Sant’Egidio, che in una nota stampa esprime tutta la sua preoccupazione per il momento storico. “Non possiamo assistere indifferenti all’aumento progressivo di oltre il 2% in dieci anni di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese – si legge nella nota -. Ma, soprattutto, non è accettabile la crescita di minori in stato di necessità: sono ormai ben 1,3 milioni, pari al 14 % del totale, il valore più alto mai registrato. E si tratta di un disagio non solo economico, perché si accompagna spesso ad una povertà educativa che rende più difficile un futuro sostenibile. Basta pensare al tasso di abbandono scolastico che in Italia è tra i più alti d’Europa, con picchi significativi nelle periferie delle grandi città e nel Meridione”.
“Uno scenario allarmante aggravato dall’isolamento sociale vissuto da tante persone fragili, in primo luogo gli anziani e i disabili, anche perché ormai in Italia ben 8 milioni e mezzo di persone vivono da sole, cioè il 33,3% delle famiglie residenti”
Comunità di Sant’Egidio
L’associazione benefica ha ricordato anche l’emergenza nutrizionale: “Nei nostri centri, che chiamiamo ‘Case dell’amicizia’, nel 2023 abbiamo distribuito in Italia oltre 250mila pacchi alimentari mentre, nelle nostre mense e con le cene itineranti, abbiamo offerto 320mila pasti. Molte persone, una volta sostenute, sono riuscite a risolvere una parte dei loro problemi e a guardare nuovamente con fiducia al futuro. Consapevoli che la solidarietà è una grande risorsa del nostro Paese, ci rivolgiamo a tutti per attivare una raccolta fondi straordinaria, in modo da accompagnare i tanti che si rivolgono ai nostri centri ad uscire fuori dal tunnel della povertà e a riprendere a sperare”.
La misura che più di tutte ha permesso l’uscita dalla povertà secondo l’Istat, è stata il Reddito di Cittadinanza, che ha consentito a 1,3 milioni di famiglie, tra il 2020 e il 2022, di tirare un sospiro di sollievo, soprattutto sulle Isole e al Meridione.