Secondo i dati Istat, a giugno 2022 si stima una flessione delle vendite al dettaglio, “in buona parte attribuibile all’incremento dei prezzi”. In termini congiunturali, scrive l’Istituto statistico, in questo secondo trimestre dell’anno, le vendite salgono in valore, +0,4% su maggio 2022, ma scendono in volume, -0,8%, sia su base mensile (-1,8%) sia su base tendenziale (-3,8%), il che vuol dire che si spende di più e si compra di meno. Per quanto riguarda i beni alimentari il fenomeno sembrerebbe avere un andamento inversamente proporzionale, con un aumento in valore del +4,5% e una diminuzione in volume del -4,4%. “Si svuota il carrello della spesa degli italiani”, commenta, infatti, Coldiretti che imputa la colpa all’aumento record dei prezzi complessivo, sui prodotti freschi e lavorati, del +9,6%. Secondo l’associazione degli agricoltori l’aumento dei costi energetici sommato al taglio dei raccolti per i cambiamenti climatici costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare.
Confcommercio: in calo fiducia delle imprese e dei consumatori
Se sotto pandemia gli italiani si erano buttati sugli acquisti massivi high tech, come pc e telefonia, ora che “si addensano le nubi sull’economia italiana”, come dice Confcommercio, sono pronti a rinunciarci perché non di prima necessità. Le flessioni più marcate nelle vendite si evidenziano per elettrodomestici, radio, tv e registratori (-8,3%), dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (-7,5%). “Il dato di oggi – denuncia l’associazione degli esercenti – conferma che i consumi, nonostante la forte crescita dei servizi legati al turismo e alla socialità, sono in fase di rallentamento. La fiducia delle imprese è stata in calo a luglio, quella delle famiglie flette già da giugno. L’inflazione non dà tregua. Malgrado sostegni e aiuti stiano risultando molto efficaci, le probabilità di una brusca frenata dell’attività nei mesi finali dell’anno sono in decisa crescita”.
A ottobre Federdistribuzione prevede ulteriori contrazioni
Ed è il futuro a spaventare le famiglie italiane. Secondo l’Ufficio Studi di Federdistribuzione, l’Istat registra a luglio un calo sensibile della fiducia dei consumatori, che tocca un minimo che non si registrava da maggio 2020. “Le diminuzioni più marcate -– sottolinea il direttore, Carlo Alberto Buttarelli – sono quelle relative al clima economico e a quello futuro. È un dato che preoccupa in vista dei prossimi mesi: in autunno potrebbe accentuarsi una contrazione dei consumi, potrebbero essere penalizzate le filiere produttive italiane di eccellenza”.
Unione consumatori: spesa alimentare in calo di 8,9 punti percentuali
Anche per quanto riguarda il luogo degli acquisti la politica degli italiani conferma la linea precauzionale, preferendo la grande distribuzione (+4,6%), dove notoriamente si paga di meno, a discapito delle imprese operanti su piccole superfici (-0,9%). “L’aumento delle vendite (+1,4%) su base annua è solo un’illusione ottica – afferma il presidente dell’Unione nazionale dei consumatori (Unc), Massimiliano Dona -. I dati in valore sono gonfiati dall’inflazione. Le vendite depurate dall’effetto dovuto alla dinamica dei prezzi, infatti, segnano una caduta, passando dal +1,4% di quelle in valore al -3,8% di quelle in volume. Per quelle alimentari si passa addirittura da +4,5% a -4,4%, con un salto addirittura di 8,9 punti percentuali”.