Le donne cinesi vanno ad Hong Kong per congelare i propri ovuli

All’inizio di quest’anno, poco dopo che la Cina aveva revocato le rigide misure “zero-Covid” che l’avevano tenuta isolata per tre anni a causa della pandemia, Lydia Huang ha attraversato il confine con Hong Kong per fare qualcosa non più rimandabile. “Finalmente ho potuto congelare i miei ovuli – ha scritto sui social media -. “Era quello che avevo sempre sognato”. La trentottenne Huang è una professionista finanziaria di Shanghai. In Cina, il congelamento degli ovuli è diventato un argomento di discussione sempre più in crescita. I funzionari, allarmati dal primo calo demografico del Paese in sessant’anni, stanno cercando di aumentare il tasso di natalità anche se i giovani stanno sempre più rimandando il matrimonio e la gravidanza. Alle donne non sposate, come Huang, è legalmente vietato sottoporsi alla procedura nella Cina continentale, spingendo molte a farlo altrove, a un costo molto maggiore, nel tentativo di estendere la loro finestra riproduttiva.

Tanti messaggi

Dopo aver pubblicato un post sulla sua esperienza, Huang ha ricevuto una marea di messaggi da donne che chiedevano consigli o condividevano le proprie esperienze. “Più di 10 persone mi hanno subito contattato dopo aver pubblicato la mia storia – ha raccontato -. Alcune di loro erano già andate e avevano finito di congelare i loro ovociti”. In Cina, avere figli fuori dal matrimonio è motivo di disapprovazione. La legge attuale proibisce alle donne non sposate di utilizzare qualsiasi tecnologia di riproduzione assistita, incluso il congelamento degli ovuli. Gli uomini possono conservare il proprio sperma indipendentemente dal loro stato civile. La legge è stata contestata nel 2019 da Teresa Xu, una donna non sposata che ha fatto causa a un ospedale di Pechino che l’aveva respinta come candidata per il congelamento degli ovuli. Il suo caso è stato archiviato l’anno scorso da un tribunale di Pechino, che ha affermato che l’ospedale non ha violato i diritti della donna.