Meta, la società madre di Facebook, ha recentemente annunciato la sua decisione di interrompere i pagamenti agli editori di contenuti giornalistici in Australia. Questa mossa ha scatenato una forte reazione da parte dei funzionari governativi di Canberra, evidenziando ulteriori tensioni tra le grandi piattaforme digitali e i governi nazionali. L’annuncio è stato fatto giovedì attraverso un post sul blog di Meta, in cui l’azienda ha dichiarato che non avrebbe stipulato nuovi accordi commerciali per i contenuti di notizie tradizionali in Australia, Francia e Germania. Inoltre, Meta ha chiarito che non avrebbe offerto nuovi prodotti specifici per gli editori di notizie in futuro, sebbene gli attuali accordi con gli editori di Facebook News rimarranno in vigore fino alla loro scadenza. Un’altra decisione significativa è stata l’intenzione di Meta di interrompere una scheda su Facebook che promuove contenuti di notizie in Australia e negli Stati Uniti, seguendo quanto già fatto nel Regno Unito, Francia e Germania l’anno scorso. Questa mossa ha ricevuto critiche accese da parte dei funzionari del governo australiano, che sostengono che Meta stia minacciando le entrate degli editori di notizie.
La condanna
L’Australia è stata uno dei Paesi più attivi nel cercare di far pagare Meta alle testate giornalistiche. Il ministro australiano delle comunicazioni Michelle Rowland e il ministro dei servizi finanziari Stephen Jones hanno condannato la decisione di Meta, definendola “un abbandono del suo impegno per la sostenibilità dei media australiani”. Hanno annunciato che chiederanno consiglio al Dipartimento del Tesoro australiano e all’agenzia di controllo della concorrenza del Paese su come procedere.