Mangrovia, il primo giornale metà uomo e metà macchina

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È partito l’innovativo progetto editoriale che dimostra come la sinergia tra intelligenza artificiale e giornalisti apra nuovi orizzonti e migliori l’informazione purché si basi su una reciproca collaborazione, nel rispetto delle proprie competenze e ruoli.

Quando in Italia si è finalmente aperto, in terribile ritardo rispetto al resto del mondo, il dibattito sulla intelligenza artificiale si sono immediatamente creati i due fronti contrapposti: da una parte i “progressisti” dall’incrollabile fede nella scienza e i “catastrofisti”, che non avendo confidenza con lo strumento, hanno cominciato a dipingere scenari apocalittici alla Matrix. La minaccia più grande sembrava colpire il settore della informazione, immaginando macchine al posto dei giornalisti, con una emorragia di posti di lavoro e una totale omogeneizzazione dei contenuti.

Come sempre “virtus sta in media res” ed è nella perfetta sinergia tra le capacità umane e quelle dell’intelligenza artificiale che si possono trovare le risposte al dubbio che l’uomo si pone da sempre: il progresso è sempre giustificato?

A spiegare come il giusto impiego dell’intelligenza artificiale possa essere una risorsa per l’informazione e non un depauperamento è sceso in campo il team della associazione culturale Sineglossa che ha dato vita all’innovativo progetto editoriale “Mangrovia”, il primo giornale la cui redazione è costituita da esseri umani e intelligenze artificiali che collaborano utilizzando al meglio le competenze gli uni degli altri, non in sostituzione, ma in potenziamento. 

“Fiducia, trasparenza e qualità dell’informazione” sono i valori alla base dell’iniziativa di Sineglossa, che per questo ha scelto un partner tecnologico, che potesse garantire il controllo e la certificazione della qualità dei processi secondo la legislazione italiana. Asc27 ha, difatti, fornito garanzie sul trattamento dei dati di addestramento e utilizzo degli algoritmi nonché sul rispetto delle normative vigenti. In particolare, ha assicurato che la suite di software da utilizzare fosse completamente controllata e controllabile dall’azienda produttrice. In un articolo a firma Federico Bomba, redattore di Mangrovia, è possibile leggere di questo incredibile esperimento.