“L’obiettivo del Decreto Lavoro è portare al lavoro più persone possibile”. A dirlo è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, che ha presentato un primo bilancio dell’andamento delle nuove misure di inclusione sociale e lavorativa: il Supporto per la formazione e il lavoro (in vigore dal primo settembre 2023) e l’Assegno di inclusione; in vigore dal primo gennaio, anche se le domande erano state aperte preventivamente il 18 dicembre 2023.
Arriva prima pagamento
Il ministro ha spiegato che 450mila cittadini (di cui solo 54.158 ex beneficiari di Reddito di Cittadinanza ) hanno sottoscritto al 7 gennaio 2024 il PAD (Patto di Attivazione Digitale) e, salvo il buon esito delle verifiche, riceveranno il primo pagamento il prossimo 26 gennaio 2024. Per le famiglie numerose con almeno 3 figli e redditi molto bassi, si prevedono oltre 2mila euro in più l’anno, rispetto agli importi corrisposti dal Reddito di cittadinanza. “Mettiamo insieme due misure: l’assegno di inclusione e l’assegno unico. Non facendo un mix ma solo un accostamento, abbiamo un risultato positivo sui nuclei familiari con più figli”, ha dichiarato Calderone.
Sette miliardi l’anno
Non esiste una sostanziale differenza tra gli stanziamenti per finanziare il Reddito di cittadinanza e quelli per le nuove misure di inclusione sociale e lavorativa introdotte dalla Legge 85/2023: la somma della spesa prevista per “Assegno di inclusione”, a sostegno dei nuclei familiari fragili, e “Supporto Formazione e Lavoro”, di accompagnamento al lavoro anche attraverso la formazione, è di 6,85 miliardi di euro, a cui si aggiungono 100 milioni per incentivare l’assunzione dei beneficiari. Ovvero, una cifra paragonabile ai circa 7 miliardi spesi ogni anno per il Reddito di Cittadinanza.
Scommettiamo sul lavoro
Calderone ha inoltre sottolineato come stanno crescendo i contratti a tempo indeterminato e diminuiscono quelli a termine, respingendo le critiche di chi aveva sostenuto il contrario. Il ministro ha anche precisato che “lo strumento che abbiamo approvato attraverso il Decreto Lavoro ha in sé una molla importante: è dire scommettiamo sul lavoro. Non togliamo assistenza a chi ha bisogno di aiuto, ma poniamo l’attenzione sul portare al lavoro più persone possibile, anche attraverso i giusti percorsi di formazione e qualificazione. Credo nella competizione in positivo – ha concluso – e con la riforma del primo maggio abbiamo messo in relazione dei mondi che prima avevano difficoltà a colloquiare: Centri per l’impiego, agenzie private. La cooperazione è fondamentale per migliorare i servizi”.