I posti di lavoro creati dall’intelligenza artificiale

La tecnologia corre e le nuove professionalità richieste evolvono alla stessa velocità. Sta diventando abbastanza chiaro che la più grande innovazione del nostro tempo sia l’intelligenza artificiale. Sebbene abbia alle spalle diversi anni di ricerca e applicazioni, ha raggiunto solo ora la fase mainstream.

L’automazione, che è il risultato della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, significherà che meno persone dovranno svolgere lavori ripetitivi e, parallelamente, creerà nuovi posti di lavoro per i quali, però, bisognerà prevedere una formazione adeguata. Lavori che oggi non siamo in grado di immaginare, ma che tra qualche anno diventeranno comuni e normali. Abbiamo già scritto delle professioni richieste dal nuovo mercato del lavoro, ma in pochi mesi la situazione è già cambiata e se ne trovano di sempre nuove.

Consulente etico per l’intelligenza artificiale

Gli esperti di etica sono estremamente utili per le aziende che vorrebbero introdurre l’IA. Questi consulenti preparano la strada per una implementazione dei sistemi che rispettino tutte le regole etiche. Man mano che l’uso di questa tecnologia diventa più diffuso, cresce la ricerca di queste figure perché le aziende non vogliono rischiare la propria reputazione. I consulenti etici hanno anche la responsabilità di insegnare agli utenti il modo corretto di utilizzo dell’IA rispetto alle norme sociali ed etiche.

Allenatore di intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale necessita di essere addestrata a dare soluzioni confacenti alle query dei clienti, soprattutto nel caso dei chatbot. L’obiettivo è rendere la conversazione con loro il più reale possibile e garantire che possano risolvere il problema della persona.

 Auditor AI

Ai revisori dell’IA spetta il compito di verificare che la nuova tecnologia implementata funzioni correttamente e fornisca le migliori prestazioni. Inoltre, controllano che l’utilizzo sia corretto da un punto di vista legale, tenendo sempre a mente anche le questioni etiche. Ad esempio, deve essere controllato se l’IA rispetti le normative GDPR e i diritti alla privacy. Quest’ultimi rappresentano un argomento molto importante e delicato. Sono gli auditor a dover suggerire cambiamenti in caso di uso inappropriato.

Specialista dell’annotazione dei dati

Come fanno gli algoritmi di machine learning a diventare sempre più intelligenti? In background molti annotatori lavorano per migliorarli. Fanno in modo che l’IA impari a riconoscere e capire ciò che vede, lavorando sui dati grezzi e l’annotazione. L’intelligenza artificiale deve, per esempio, riuscire a riconoscere che nelle registrazioni video qualcuno sta avendo un comportamento scorretto al volante o che sta commettendo atti vandalici o rubando. Pertanto è necessario contrassegnare ogni tipo di comportamento perché la macchina sia in grado di riconoscerlo in futuro e, per questo, l’intelligenza artificiale ha bisogno di vedere molti esempi, in genere video.

Se vogliamo insegnarle che rubare è sbagliato ed è qualcosa che deve essere notato immediatamente, gli annotatori devono selezionare nel video la persona che sta rubando e individuare quali siano i suoi comportamenti sospetti, come l’essere nervosi o guardinghi. Successivamente si passa all’etichettatura dell’atto, in questo caso quello di rubare. Non è un compito semplice, perché va fatta una distinzione tra chi prende qualcosa dagli scaffali e lo nasconde sotto i vestiti o nella borsa e chi, invece, lo mette in un carrello o in un cestino. Le due cose devono essere separate e obbligatoriamente riconosciute come due attività diverse.