Draghi ha affrontato il Consiglio dei ministri europeo forte dell’incoronazione dell’Italia da parte dell’Economist come “migliore Paese dell’anno”, soprattutto per “il tasso di vaccinazione contro il Covid tra i più alti d’Europa” e per una ripresa economica “più rapida di quelle di Francia o Germania”.
Al Consiglio europeo, il nostro Premier era pronto a difendere con convinzione la scelta di imporre un tampone all’ingresso delle frontiere italiane a chiunque, anche agli abitanti dell’eurozona, ma nessuno in realtà ha sollevato il caso Italia. Come ha spiegato un alto funzionario del Consiglio, le polemiche di questi giorni non hanno riguardato “il modo in cui i vari Paesi prendono misure per fermare il contagio”, piuttosto del bisogno condiviso di un maggiore coordinamento.
L’Europa ha dosi sufficienti anche per i richiami
Eccessivo, dunque, parlare di tensione tra Bruxelles e Roma, tanto più che l’Italia non è ha violato alcuna regola europea, come d’altra parte ha sottolineato la stessa Commissione, semmai è stata semplicemente tardiva la comunicazione della decisione del test di ingresso, che gli accordi prevedevano dovesse avvenire almeno 48 ore prima, se possibile. Per tutti i presenti, molto più centrale il crescente allarme per la diffusione della variante Omicron, candidata a diventare la variante dominante già da gennaio 2022. “La vaccinazione e il potenziamento sono la migliore protezione attualmente disponibile – ha confermato la presidente della Commissione von der Leyen -. Abbiamo dosi sufficienti, in modo che tutti possano vaccinarsi e ricevere una vaccinazione di richiamo”.
Restrizioni solo su basi scientifiche e rispettose del mercato unico
A riprova delle preoccupazioni crescenti per i dati epidemiologici, il Consiglio europeo, che giorni dovrà prendere importanti decisioni su temi centrali come Ucraina, Bielorussia, Russia e forse Cina, caro bollette, nuove fonti energetiche, approvvigionamento del gas, ha subito approvato, già dalle nelle prime ore, il paragrafo delle conclusioni del vertice sulla questione Covid-19. I Ventisette affermano che “per rispondere agli sviluppi” della pandemia “sono necessari continui sforzi coordinati, basati sulle migliori evidenze scientifiche disponibili, assicurando che qualunque restrizione sia basata su criteri obiettivi e non comprometta il funzionamento del mercato unico od ostacoli in maniera sproporzionata la libera circolazione tra gli Stati membri o i viaggi verso l’Ue”.
Strategia europea coordinata anche per le cure
Per quanto riguarda il Green Pass, sarà la Commissione europea a indicarne la durata della validità e a partire dall’ultima dose di vaccino somministrata. Il Consiglio europeo ha, infatti, sottolineato “l’importanza di un approccio coordinato sulla verifica del certificato digitale di vaccinazione anti-Covid della Ue e prende nota del fatto che la Commissione adotterà un atto delegato a questo proposito”. Di fronte all’emergenza Omicron, i leader dei Ventisette hanno concluso: “In questo contesto, superare le esitazioni riguardo al vaccino, anche affrontando la disinformazione, resta cruciale. Oltre alla vaccinazione, deve essere portata avanti l’attuazione della strategia Ue riguardo alle terapie per il Covid-19, anche con contratti d’acquisto congiunto”.