La “Balena bianca” ci riprova con Rotondi. Aperto il tesseramento

 

“Centocinque anni fa, il 18 gennaio del 1919, Luigi Sturzo fondava il Partito Popolare Italiano. Trenta anni fa, il 18 gennaio del 1994, Mino Martinazzoli cambiava il nome della Dc, rifondando il Partito Popolare”. Con queste parole Gianfranco Rotondi, a trent’anni esatti dalla fine della Dc, apre la conferenza stampa con cui ha lanciato la nuova Democrazia Cristiana, che da oggi apre ufficialmente il tesseramento. Nuovo anche il simbolo per evitare confusioni con altri partiti che hanno lo scudo crociato in campo come l’Udc di Cesa, un partito “fratello” come lo ha definito Rotondi. Ma anche per scongiurare che pletore di partiti moderati e centristi nascano per neutralizzare la forza del neonato partito come è sempre successo nel tempo, sottolinea l’onorevole.

E sarà proprio la famosa balena bianca inventata da Giampaolo Pansa e tanto piaciuta ad Arnaldo Forlani a campeggiare nel nuovo simbolo insieme alla scritta “DCR per Rotondi”. Ci hanno provato in tanti in questi trenta anni a farla rinascere, solo il tempo ci dirà se questa sarà la volta buona. Abbiamo chiesto al leader della nuova DC su cosa si basasse la certezza che da qui ripartisse la storia di un partito così importante nella storia d’Italia, di ispirazione centrista, “atlantista, europeista, solidarista e popolare” come è stato definito nella sua presentazione alla Camera: “Ne sono convinto – ha detto – perché è un partito nuovo, che si rivolge soprattutto ai giovani”. E alla domanda su quali facce note potrà contare, ha aggiunto: “Se ce ne fossero non sarebbe un partito nuovo!”.

Primo banco di prova le elezioni regionali sarde per le quali è già stato depositato il nuovo simbolo, ma con l’intenzione di proseguire anche alle prossime amministrative. Per le europee ci sarà un confronto con Meloni, di cui il neo partito ha intenzione di avere un rapporto di reciproco sostegno. “La sua destra popolare – ha spiegato Rotondi – è il prodotto più vicino alla DC”. La comune scommessa è quella di “cambiare questo Paese e di far crescere una nuova classe dirigente capaci di dare un futuro alla sola idea uscita vincente dal Novecento: quella dei cattolici democratici”.

“Abbiamo avuto la Dc storica – ha poi concluso Rotondi -, ma è una storia che si è chiusa, c’è stata una Dc della seconda Repubblica, i cosiddetti ‘cespugli’ per cui il mio amico Storace voleva usare il diserbante e ora questa terza Repubblica vede ancora uno spazio per la Dc”.