Coordinamento europeo sul tema Covid, crisi dei prezzi energetici, dossier migranti, commercio
e transizione digitale i temi sul tavolo del vertice Ue in corso a Bruxelles, l’ultimo di Angela
Merkel come Cancelliera della Germania.
Mentre il presidente Mattarella invita ad un allargamento della Ue ai Balcani, sottolineando come sarebbe miope limitare lo sguardo ai soli Paesi che già ne fanno parte, l’Europa è scossa al suo interno dal “caso Polonia”, che ha messo in discussione la primazia del diritto comunitaria rispetto a quello polacco. Tema immediatamente inserito nell’ordine del giorno del vertice, anche se non sono previste conclusioni formali. Sulla questione, però, si è chiaramente espresso il Parlamento europeo, che ha votato una risoluzione in cui condanna il tentativo polacco di minare il primato del diritto comunitario e invita il Consiglio e la Commissione ad “astenersi dall’approvare” il Piano nazionale di ripresa e resilienza polacco da 36 miliardi di euro, in risposta alle violazioni sullo Stato di diritto nel Paese.
Rincaro prezzi energetici e corsa allo stoccaggio
Tema divisorio anche il caro bollette sul quale sarà difficile trovare una fronte comune considerate le diverse “sensibilità. Francia e Spagna spingono per il cosiddetto “decoupling”, il disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas mentre la Spagna si dice convinta che sul boom dei prezzi abbiano influito movimenti speculatori nel mercato degli Ets, legato alle emissioni di Co2. L’unico obiettivo raggiungibile potrebbe essere quello di arrivare a forme volontarie di stoccaggio comune, sulla base dell’orientamento della Commissione. Ma anche su questo fronte c’è la variabile Varsavia, pronta a presentare un non paper in cui si mette nel mirino il pacchetto climatico Fit for 55. Per Draghi tutti i 27 Paesi debbono essere egualmente protetti, sollecitando linee di azione urgenti sia sulla strategia dell’Ue sulle riserve di gas, sia sull’interconnessione e invitando Bruxelles a presentare al più presto una bozza di regolamento per lo stoccaggio del gas. Urgente produrre degli inventari delle riserve presenti in Europa, con lo scopo di proteggere tutti gli Stati membri dalle pressioni del mercato e la corsa delle compagnie allo stoccaggio. Draghi, ha, poi, sottolineato che intervenire per limitare l’aumento dei prezzi vuol dire agevolare la ripresa e la transizione verde.
Ma bisognerà attendere la riunione dei ministri dell’energia che si terrà martedì prossimo a Lussemburgo per capire quale saranno le scelte della Ue per fronteggiare il caro energia.
Questione che si intreccia a quella sulla cosiddetta “tassonomia”, ossia la classificazione delle fonti energetiche pro clima destinata a stabilire un ranking degli investimenti ai fini dell’informazione per gli investitori finanziari. Draghi ha chiesto alla Commissione europea maggiore ambizione e maggiore velocità di decisione. Entro fine anno Bruxelles deve decidere se farvi rientrare gas naturale e nucleare. Sul ruolo del gas come fonte energetica per la transizione si batte l’Italia e, dopo un lungo periodo di quasi ostracismo verso il gas, ieri si è intravista una apertura da parte della presidente della Commissione von der Leyen che ha detto: “Dobbiamo discuterne a fondo”. Sul tema migranti, ancora non all’ordine del giorno il nodo dei ricollocamenti ma piuttosto la dimensione esterna del fenomeno, unico terreno dove è possibile trovare una qualche convergenza. Il nostro premier ha rilanciato l’appello ad un maggiore impegno per i corridoi umanitari e i rimpatri. Sul Covid, invece Draghi ha invitato gli altri Paesi membri ha copiare il modello italiano del Green Pass da accompagnare alla campagna vaccinale.