La crisi si ingarbuglia e la via di uscita sono le elezioni. Il premier Mario Draghi ha provato a far vibrare ogni corda da quella di un Patto sociale all’appello e invito ai partiti ad essere “pronti”, per rilanciare la sua coalizione e il percorso di Governo. Non è bastato e le Camere saranno sciolte. È la fine di esperienze di maggioranze parlamentari contraddittorie e in contrasto tra loro per programmi e idee politiche.
Il voto è democrazia
Ora la parola torni agli italiani. Non è una tragedia, non è una novità e non è la fine del mondo, è semplicemente la democrazia. Le urne diranno quale prospettiva politica e maggioranza avrà il Paese. Noi sappiamo che l’Italia vive un momento difficile, per questo si rende necessario un Esecutivo libero, autorevole che sappia programmare e decidere. La prima urgenza è la legge di Bilancio che va approvata. Poi sul solco del lavoro del premier uscente, bisogna chiudere con le riforme ancora aperte. Il Patto sociale proposto da Draghi può essere valorizzato con un confronto costruttivo tra forze sociali, ad iniziare dai sindacati e Confindustria e Associazioni di categoria. Così come le riforme del lavoro e puntare sullo sviluppo di cui il Paese ha bisogno.
L’impegno di Draghi
Su molte cose il premier Draghi ha avuto un ruolo decisivo, ad iniziare dalla sua leadership europea, dalla caratura dell’economista e dell’uomo a servizio delle istituzioni, va ringraziato per questo impegno, tenacia e coerenza. L’Italia ha bisogno della esperienza di Draghi così come del ritorno al voto. Lo stesso presidente del Consiglio ne era consapevole. Non si può mediare su tutto, non di può far vivere un Governo sul filo degli ultimatum. Ora bisogna rasserenare gli animi, affrontare il voto è dare vita ad un Governo che dia garanzie di concretezza e impegno. Possiamo e dobbiamo aspirare al meglio senza egoismi, litigi e intemperanze. L’Italia merita dedizione e scelte che rispettino la volontà e le aspirazioni dei cittadini.