L’occasione del Centrodestra
Il prossimo autunno sarà l’occasione, se il Centrodestra uscirà vincente dalla competizione elettorale, di mostrare agli italiani che un buon governo è possibile.
Possiamo fin d’ora fare una nostra proposta, su alcuni problemi rimasti insoluti, come lavoro, sanità, e fisco. Tre temi dove gli errori del Centrosinistra con i 5S hanno creato scelte contraddittorie, inefficaci a suon di miliardi spesi male e sperperati.
Politiche del lavoro
Sappiamo che nel Paese le imprese chiedono una manopera che invece non risponde più alle chiamate di lavoro. I dati Unioncamere, il bollettino Excelsior-Anpal, evidenziano i problemi.
“Cresce ancora la difficoltà”, si legge nella nota di presentazione, “di reperimento che riguarda il 41,6% delle assunzioni programmate, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto ad agosto 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 32,7% dei profili ricercati”.
In parole povere non ci sono lavoratori. I sussidi hanno ridotto l’interesse per il lavoro. Lo diciamo da tempo, servono fondi per la formazione, sostegni alle imprese che assumono a tempo indeterminato e buste paghe più pesanti. Un obiettivo raggiungibile se calcoliamo che sono stati spesi oltre 20 miliardi in tre anni per un Reddito di cittadinanza, assegnato a oltre 3.5 milioni di persone ma solo in 152 mila hanno mostrato interesse per un lavoro. Questi soldi, invece, vanno spesi per chi lavora.
Sostenere sanità e medici
Come è noto la sanità pubblica sta attraversando un momento difficile. Il sistema ha retto di fronte ai colpi durissimi della pandemia per l’impegno in primo luogo dei medici, infermieri. Oggi però questi professionisti e operatori sono alle corde. La fuga dei medici dal sistema sanitario nazionale, come sottolinea l’Anaao Assomed è drammatica. Migliaia di professionisti lasciano il pubblico per il privato. Il Centrodestra può mettere in campo quelle riforme che diano spazio alle politiche della sanità pubblica.
Le premesse ci sono con i fondi del Piano nazionale di Ripresa sarà possibile costruire nuove strutture, ammodernare quelle esistenti, dare priorità alla qualità di un lavoro che va tutelato e ben remunerato. Deve essere premiato l’impegno di chi fa sacrifici in corsia, negli ambulatori e nelle sale operatorie. Bisogna che il Governo dialoghi seriamente con questi professionisti della sanità a cui dobbiamo molto. Non dimentichiamolo.
Fisco, pace e condono
A protestare sono anche i Commercialisti perché nel mese di agosto il fisco ha piazzato ben 205 adempimenti. Una corsa che per studi professionali e contribuenti è un inferno. È un esempio di come burocrazia e norme sbagliate invece di agevolare i cittadini complica loro le vite. C’è di più. Tutto può essere superato se si hanno i soldi per pagare, ma le difficoltà sono diventate insormontabili per centinaia di migliaia di famiglie e imprese che non riescono a tenere il passo con i pagamenti. La situazione ha risvolti che vanno evidenziati. In 500 mila a dicembre non sono riusciti a pagare le quote dei debiti rateizzasti tra il 2019 e il 2022.
L’8 agosto scorso scadeva un’altra tornata di versamenti. Chi non ha pagato sarà ora soggetto alle azioni dell’Agenzia delle entrate e riscossione. Significa che verrà a bussare agli uscì di casa l’ufficiale giudiziario e scatteranno i pignoramenti. Non ci sarà nemmeno più la possibilità dei benefici accordati che decadranno. In autunno saranno davvero in tanti a finire negli elenchi della Centrale rischi finanziari (Crif) e rimanere senza più possibilità di avere un finanziamento.
L’equivalente della morte civile. Sappiamo inoltre che il Magazzino fiscale dell’Agenzia ammonta a 1.100 miliardi una cifra mostruosa accumulata in 20 anni. Per lo più debiti inesigibili. Questo il quadro. Senza retoriche o sparate ideologiche. La “Pace fiscale”, si è visto poco aiuta se non si hanno risorse a disposizione, l’unica via, rimane il condono. Una scelta realistica. Almeno si ha la possibilità di ripartire. Di ridare forza alle piccole imprese e alle famiglie in difficoltà, altrimenti condannate alle chiusure e alla marginalità sociale.
Il Centrodestra della svolta
C’è una certezza nel Paese, quella che bisogna cambiare. L’Italia ha bisogno di scelte serie, utili e concrete sé si vogliono disattivare quelle spirali negative che bloccano la crescita, il lavoro e anche quell”Ascensore” sociale che prevedeva la meritocrazia. Il Paese va riattivato nei percorsi virtuosi, di impegno collettivo e personale.
L’Italia non sta andando a rotoli, anzi abbiamo un export che supera i record, un settore agroalimentare diventato fiore all’occhiello nel mondo. Micro e piccole imprese che sono leader in Europa per prodotti e occupazione. Non bisogna cedere alla lagna che tutto va male, che tutto cada. Puntiamo alle riforme, il polo moderato del Centrodestra ha storie e progetti da mettere in campo. Abbiamo davanti una formidabile stagione di programmi e di cambiamento che faranno bene all’Italia.