Scovare per tempo il demagogo-populista

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Gli assalti alle sedi delle istituzioni, a Washington e a Brasilia, sono il frutto del male della miscela velenosa di demagogia e populismo. La demagogia è cinicamente utilizzata da leader che non hanno a cuore la democrazia ma solo la conservazione del loro potere. Fa leva sugli istinti meno nobili diffusi soprattutto negli strati sociali disagiati. Il demagogo manipola la gente che lo segue dandole sempre in pasto ciò che queste persone vogliono sentirsi dire. È una sequela di inganni che il demagogo propina ai fans alimentando la spirale di identificazione tra lui e i suoi seguaci. Corollario di questo processo è la costruzione di una leadership autoritaria sempre più lontana dai canoni e dalle regole della democrazia.
E qui si inserisce il richiamo ossessivo al “popolo” come entità contrapposta alle istituzioni.

Il demagogo si propone come vero interprete della volontà popolare al di là e spesso contro le procedure previste dalle Costituzioni e dalle leggi che fissano metodi e confini per l’espressione della sovranità che spetta al popolo, cioè a tutti i cittadini.

Il populismo fa del “popolo” un’entità sovraordinata alla istituzioni e ai processi democratici. Esso non riconosce che tutti i cittadini fanno parte del popolo ma attribuisce solo ad una fetta della popolazione questa qualifica. In questo modo esso crea i presupposti per uno scontro violento all’interno della comunità dei cittadini, tra coloro che il demagogo benedice con la definizione di “popolo” e coloro che vengono bollati come “nemici del popolo”, disprezzati come cittadini di serie B e meritevoli, quindi di essere oggetto di discriminazione e di aggressioni.

Quattro indicatori di autoritarismo strisciante

Due illustri studiosi di Scienza politica di Harvard, Steven Levitsky e Daniel Ziblatt hanno identificato quattro segnali di allarme che aiutano a scovare il mix di demagogia e populismo che, prima o poi , diventa una seria minaccia per la democrazia. il demagogo populista si vanta innanzitutto di essere in grado di non rispettare le regole del gioco democratico, ritenute un vuoto insieme di riti manipolati al fine di sconfiggere il popolo e chi dice di rappresentarlo.

Il secondo segnale è la delegittimazione degli avversari politici descritti come delinquenti, corrotti e manovrati da entità straniere. Il demagogo populista tende inizialmente a chiudere un occhio di fronte ad episodi di violenza politica perpetrata dai suoi seguaci; e presto passa dalla tolleranza della violenza all’incitazione esplicita a commettere atti ostili contro chi non la pensa come lui e a metter a soqquadro anche le sedi delle istituzioni. Infine, il quarto segnale è la disponibilità del demagogo-populista a limitare le libertà civili degli avversari politici e la voglia di mettere il bavaglio alle libertà di informazione.

Non ci vuole molto a cogliere questi segnali. Ma spesso ci si distrae e si sottovaluta il potenziale devastante del demagogo-populista.

Dopo Washington e Brasilia, siamo avvisati e non possiamo sottovalutare i rischi.