Vincere senza stravincere. Se il successo di Fratelli d’Italia avesse umiliato oltre il dovuto Lega e Forza Italia, Meloni avrebbe potuto correre un serio rischio per la stabilità del suo Governo. Salvini e Berlusconi si sarebbero agitati e avrebbero inventato la qualunque per far dare segni di vita ai loro partiti. Così non è stato. La Lega mantiene ancora una posizione dignitosa in Lombardia. Nel Lazio Forza Italia si è ripresa. Appena guarirà dall’influenza stagionale, la Presidente del Consiglio potrà e dovrà tornare ad occuparsi dei tanti dossier interni che giacciono sulla sua scrivania senza temere iniziative strampalate dei suoi alleati.
In questi due mesi Meloni ha viaggiato molto ha ottenuto buoni successi in politica internazionale. I suoi sforzi per una visione moderata e pro-attiva dell’Italia in Europa si sono scontrati con la miope diffidenza-supponenza di Macron e di Scholz nei suoi confronti. Meloni dovrà fare buon viso a cattivo gioco. Deve insistere per una presenza forte e costruttiva dell’Italia evitando di farsi ricacciare nell’area di Paesi euroscettici. Ma ora incombono molti problemi in casa nostra, a cominciare dalle riforme della previdenza, del fisco e dalla difficile situazione del servizio sanitario nazionale a corto di risorse. Meloni deve dar prova di leadership per evitare che la barca del Governo sbandi di qua e di là.
Per la sinistra la sconfitta era scontata. Il premio di consolazione che Letta si attribuisce da solo è che né il M5s né Azione-Italia viva abbiano eroso più di tanto la base elettorale del Pd. Magra soddisfazione se si pensa che il Pd ha una presenza negli enti locali pluridecennale mentre il M5S e ancor più il Terzo Polo sono alle prime armi con le amministrazioni regionali. Il Pd a breve avrà un nuovo segretario e si capirà, forse, se continuerà ad accontentarsi di perdere poco o se vorrà tornare a vincere e con chi. Per Calenda e Renzi qualcosa deve cambiare: la costruzione di un’ampia area moderata e riformista può andare avanti ma dovrà passare per una strutturazione del neo partito e non potrà essere basata solo sulla presa dei due leader e sulla loro indubbia capacità comunicativa. Le frizioni interne a Forza Italia, alimentate dalle sortite di Berlusconi possono aprire nuovi spiragli per il Terzo Polo. Ma c’è molto da lavorare. Infine l’astensione. E’ vero che il risultato del voto era ampiamente prevedibile e quindi molti hanno ritenuto superfluo andare alle urne.
Ma è anche vero che la politica locale dovrebbe appassionare di più i cittadini. a molti dei quali sfugge ancora che se non possono curarsi non se la devono prendere con il Governo centrale ma con l’amministrazione della regione in cui vivono. Ma quanti sanno chi è il loro assessore regionale alla Salute?