43 milioni di persone rischiano di morire per mancanza di cibo e nel 2022 la fame ha colpito 122 milioni persone in più rispetto al 2019, per un numero globale stimato tra i 691 e i 783 milioni di persone. Sono i dati presentati dal rapporto ”Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” della Fao al centro del secondo summit dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura sui Sistemi Alimentari, che si concluderà oggi, 26 luglio 2023, a Roma. Secondo l’Agenzia dell’Onu Ifad, per raggiungere l’obiettivo Fame Zero da qui al 2030, sono necessari 400 miliardi di dollari aggiuntivi l’anno di investimenti nei sistemi alimentari. Alla tre giorni coinvolti 22 Capi di Stato e di Governo e 161 Paesi, cui è stato chiesto di raddoppiare gli sforzi in metà tempo per affrontare questa emergenza umanitaria. “Compito di questo secondo vertice – ha spiegato il vicedirettore della Fao, Maurizio Martina – è unire le forze e provare a rafforzare gli impegni quotidiani, per fare in modo che ci sia un’effettiva accelerazione per raggiungere la Fame zero. Se non cambiamo rotta, nel 2030 avremo ancora 600 milioni di persone in area critica alimentare e mancheremmo l’obiettivo due dell’Agenda”.
Due le principali minacce: il clima e, nella immediata attualità, la guerra in Ucraina. “Il fatto che la Russia si sia ritirata dall’accordo sul grano non fa che”, rendere più evidente “la mancanza della sicurezza alimentare. La Russia riconsideri la sua decisione”, ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, riagganciandosi all’appello lanciato alla Russia dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Torni all’attuazione dell’iniziativa del Mar nero – ha detto il segretario aprendo il vertice a Roma – ed esorto la comunità globale a restare unita per trovare soluzioni efficaci in questo impegno e sforzo essenziale”. Ma obiettivo dei lavori è richiamare l’attenzione principalmente sulle conseguenze del cambiamento climatico, che ha indebolito fortemente le aree rurali, provocando denutrizione e malattie legate alla cattiva nutrizione, che riguardano anche il nostro Paese. “Da questo vertice – ha ricordato il Wfp – i Paesi aspettano risposte e azioni concrete, anche perché il clima ormai costituisce una vera minaccia per il cibo”.
Per il nostro presidente del Consiglio il vertice è stata l’occasione per ribadire la linea del Governo, che sarà una priorità anche dell’agenda del G7 durante la Presidenza italiana il prossimo anno, quella cioè di stabilire un modello di cooperazione non predatorio: “Bisogna fare in modo che le persone abbiano l’opportunità di stare nel proprio Paese, questo è anche il vero significato della sovranità alimentare – ha detto Meloni -: il diritto di tutte le persone di poter scegliere il proprio modello produttivo e il proprio modello alimentare”. Da qui l’esortazione rivolta a tutte le grandi nazioni a cooperare, investire e innovare, perché “solo finanziando in modo massiccio” le azioni per garantire cibo per tutti “si può arrivare a dei cambiamenti veri, radicali nel sistema alimentare”. Occorre, dunque, “collaborare con tutte le altre nazioni nel mondo per sostenere” l’Africa e “creare la loro prosperità”. Motivo per il quale “mi aspetto unanimità su un accordo per un’azione concreta”, ha concluso la Premier.
Un pensiero in linea con quanto detto anche dal direttore generale della Fao, Qu Dongyu, secondo il quale “di fronte alle crescenti incertezze e alle molteplici crisi, dobbiamo intraprendere con urgenza questa trasformazione” dei sistemi agroalimentari puntando su quattro “acceleratori trasversali”: scienza e innovazione, miglioramento delle capacità dei dati, aumento dei finanziamenti pubblici e privati mirati e coordinati e creazione di meccanismi di governance dei sistemi agroalimentari inclusivi. Per implementare progetti agricoli innovanti, l’Italia farà la sua parte avviando un “centro di ricerca strategico” a Napoli, ha annunciato Meloni. che “svilupperà nuove tecnologie, partendo dal settore aerospaziale e ne studierà le applicazioni nel campo agricolo”.