Il 62% dei detenuti è recidivo, il 18% ha almeno già cinque carcerazioni precedenti
“4.000 detenuti in più in solo 12 mesi, il livello di sovraffollamento raggiunto nelle carceri italiane è ormai ai livelli di guardia”. A dirlo è Antigone, associazione che dal 1991 si occupa del sistema Penitenziario e penale italiano in un dossier presentato proprio questa estate. Il tasso di affollamento è del 130,4% (al netto dei posti conteggiati dal Ministero della Giustizia ma non realmente disponibili). In 56 istituti penitenziari, oltre un quarto di quelli presenti in Italia, il tasso di affollamento è superiore al 150% con punte di oltre il 200% negli istituti di Milano San Vittore maschile e Brescia “Canton Mombello”. Questo significa che ci sono 200 persone detenute laddove ce ne dovrebbero essere 100. Il sovraffollamento non risparmia neanche gli istituti penali per minorenni (IPM), che per la prima volta registrano questa problematica.
Carcerati: numeri anziché persone
“Questa situazione ormai diffusa – dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – non è un elemento trascurabile se si parla di sistema penitenziario, infatti un carcere dove il numero delle persone detenute è superiore ai posti regolamentari è un carcere dove si vive male, dove non sono garantiti solo gli spazi ma anche l’accesso alle attività, in primis quelle lavorative. Un carcere sovraffollato è un luogo dove anche gli operatori fanno più fatica a lavorare, dove l’attenzione per le fragilità di molte persone detenute non riescono ad essere intercettate o seguite come meriterebbero. Laddove esistono situazioni di grave sovraffollamento il detenuto è sempre più anonimo, sempre più un numero anziché una persona”. Accolti sempre più ricorsi Oltre a questa condizione di sovraffollamento, il 2024 si sta caratterizzando anche come l’anno dell’emergenza suicidi. Le persone che si sono tolte la vita all’interno di un istituto penitenziario sono state finora 58, di cui 10 solo nel mese di luglio e 12 nel mese di giugno. Di questo passo sarà superato il primato negativo registrato nel 2022, quando a fine anno le persone che si suicidarono in carcere furono 85. A certificare una contrazione della qualità della vita e della dignità di chi è in carcere in situazioni di grave sovraffollamento ci sono anche i ricorsi presentati dalle persone recluse e accolti dai tribunali di sorveglianza. Nel solo 2023 sono stati decisi poco più di 8.000 ricorsi presentati per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo per trattamenti umani e degradanti, di questi il 57,5% sono stati accolti dalla magistratura di sorveglianza. Generalmente questi ricorsi si riferiscono in particolare alla mancanza dello spazio minimo vitale stabilito in tre metri quadri a persona. Una mancanza rilevata anche dall’osservatorio di Antigone che nelle 88 visite effettuate nell’ultimo anno ha rilevato come nel 27,3% delle carceri ci fossero celle che non garantivano questo spazio minimo.
Sicurezza per i cittadini
Un carcere sovraffollato è anche un carcere che non contribuisce a costruire sicurezza per i cittadini. Non è un caso che il tasso di recidiva in Italia sia altissimo. Un dato rilevato il 31 dicembre 2021 testimoniava come solo il 38% delle persone detenute fosse alla prima carcerazione, il 62% invece ne aveva già almeno un’altra, con il 18% delle persone presenti in carcere che aveva almeno già cinque carcerazioni precedenti.