Assistenza sanitaria a persone senza fissa dimora

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Il servizio esteso a livello nazionale a partire dalle Città metropolitane

Un fondo, con una dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, da istituirsi nello stato di previsione del Ministero della Salute. Obiettivo: il finanziamento di un programma sperimentale per assicurare, a partire dalle Città metropolitane, il diritto all’assistenza sanitaria alle persone senza fissa dimora. Che potranno così iscriversi nelle liste degli assistiti delle Asl, scegliersi un medico di medicina generale, avere accesso alle prestazioni assicurate dai Lea: tutti diritti che erano loro sinora negati, in quanto collegati alla residenza anagrafica. Ad istituirlo, un emendamento appena approvato in Commissione Affari Sociali della Camera alla proposta di Legge C.433 Furfaro, “Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora”. Il testo emendato è stato licenziato dalla Commissione e approderà in Aula il 10 giugno. Soddisfazione da parte della FnomCeo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che sin dall’inizio sostiene questo progetto.

Anelli: provvedimento di civiltà

“Si tratta di un provvedimento di civiltà – afferma il Presidente della federazione Filippo Anelli – in quanto assicura uguaglianza ed equità nell’accesso alle cure anche a queste persone che, non avendo una casa, e quindi una residenza, non avevano sinora diritto all’assistenza. Il nodo era nelle risorse, che sono state finalmente trovate grazie a un grande e lodevole lavoro di squadra, che ha coinvolto il Governo e il Parlamento. Un grazie dunque al relatore, l’onorevole Marco Furfaro, al presidente Ugo Cappellacci e a tutta la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, ai Ministeri dell’Economia e della Salute, in particolare al Sottosegretario Marcello Gemmato che si è speso con tenacia e determinazione riuscendo a portare a casa questo importante risultato”. “Ci attendiamo ora – conclude Anelli – un iter rapido sostenuto da tutte le forze parlamentari, che porti all’approvazione di un provvedimento atteso, che assicuri progressivamente il diritto all’assistenza sanitaria a tutte le persone senza dimora, prive della residenza anagrafica nel territorio nazionale o all’estero, che soggiornano regolarmente nel territorio italiano”.

In Emilia-Romagna già attivo

In Italia già la Regione Emilia-Romagna aveva deliberato per garantire il diritto alla salute delle persone senza dimora, che continueranno a usufruire dell’assistenza sanitaria come tutti i cittadini. Alle aziende sanitarie erano state distribuiti 100mila euro per ognuno, necessari per coprire le spese di questo servizio per lo scorso anno. “Il diritto alla salute è un diritto fondamentale dell’individuo riconosciuto dalla Carta costituzionale, che sottolinea anche come lo Stato debba garantire cure gratuite agli indigenti – dicono gli assessori alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e al Welfare, Igor Taruffi-. La Regione Emilia-Romagna crede in una sanità pubblica e universalistica e questo provvedimento non fa altro che confermare il nostro impegno perché siano tutelati i diritti di tutte le persone. Un sistema sanitario è tanto più forte quanto più si prende cura dei più fragili”. La normativa regionale individua con precisione i destinatari di questi servizi: cittadini italiani privi di residenza anagrafica in Italia o all’estero che, pur non avendo una dimora fissa, sono presenti sul territorio regionale. Una persona senza dimora infatti ha diritto all’iscrizione anagrafica. Deve rivolgersi all’Ufficio anagrafe del Comune di riferimento e presentare l’istanza di iscrizione: a quel punto, in assenza di un’abitazione, le sarà assegnato l’indirizzo presso una via fittizia presente appositamente nello stradario comunale.