Bergoglio: “Il potere delle tenebre è il cainismo”. Non sappiamo più piangere

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Ucciderci l’un l’altro per la voglia di potere e di sicurezza è uno schema demoniaco. Per questo “Gesù Cristo è in agonia fino alla fine del mondo”. Prima della via Crucis del Venerdì Santo, il Papa, durante una intervista alla trasmissione “A sua immagine”, ricorre al pensiero di Blaise Pascal, teologo francese del ‘600, per esprimere la dura condanna del conflitto russo-ucraino: “È in agonia nei suoi figli, nei suoi fratelli, soprattutto nei poveri, negli emarginati, la povera gente che non può difendersi”. Se, invece, perseguissimo uno schema di pace gli armamenti non sarebbero necessari. “Io li capisco i governanti che comprano le armi, li capisco ma non li giustifico”, sono le dure parole del Pontefice.

Perseguire la pace per il Santo Padre significa cambiare il modo di pensare, lo sguardo sul mondo, far prevalere il bene sul male in lotta tra loro in tutti noi. L’istinto di distruggere e sfruttare la gente appartiene al genere umano “perché il peccato è una possibilità della nostra debolezza e anche della nostra superbia”, ma è altrettanto vero, ricorda Papa Francesco, che “tutti noi abbiamo qualcosa di buono, tutti! È proprio il sigillo di Dio in noi”. Dobbiamo capire a quale parte del nostro interlocutore ci rivolgiamo, quella oscura o quella buona.

Il mondo ha scelto lo schema di Caino

Molti grandi della storia, Gandhi e tanti altri, hanno scommesso sullo schema della pace, “ma noi siamo testardi! Siamo testardi come umanità. Siamo innamorati delle guerre” e preferiamo il “cainismo”, neologismo coniato dal Pontefice per esprimere la gravità dell’uccidere i propri “fratelli”. La guerra in Ucraina non è dunque una novità: «Tutto il mondo è in guerra! Siria, Yemen…Poi, i Rohingya, cacciati via, senza patria. Dappertutto c’è guerra. Il genocidio del Ruanda venticinque anni fa…”. Il Papa le chiama le guerre nascoste che tendiamo troppo spesso a dimenticare.

Il male è affascinante, anche la Chiesa a volte cade

Sfruttare le persone ha lo stesso impatto di un carro armato. Dove ci sono persone che soffrono lì c’è il maligno. Anche la Chiesa può cedere alle lusinghe del diavolo quando sceglie lo spirito di mondanità alimentato dai soldi e dal potere. Il male è seducente, se i peccati fossero brutti, ricorda Bergoglio, nessuno li commetterebbe.

Dare un ruolo alle donne nei momenti difficili è importante

Le donne dovrebbero essere presenti ai tavoli decisionali perché sanno cosa è la pace. Sono sempre presenti ai crocevia degli eventi. Ai piedi della croce sono loro che rimangono mentre i discepoli scappano. È la moglie di Pilato a capire per prima l’importanza di salvare il condannato: “Non ti mischiare con questo giusto” dice al marito che la liquida perché non sono faccende per donne. “Le donne sono la riserva dell’umanità – dice il Pontefice – capaci di restituire la vita anche a un morto”.

Le nostre ancore, la fede nella speranza e il dono del pianto

Non bisogna perdere la speranza, la più umile delle virtù ma anche la più forte e che non va confusa con l’ottimismo. Bisogna credere di andare sempre verso la vita, anche se significa a volte attraversare alla morte. La speranza è una gioia interna che non delude mai. E poi ritrovare la capacità di piangere, di commuoversi di fronte alle scene di guerra. Il pianto salvifico è la vergogna che si manifesta fisicamente. “Non sappiamo più piangere bene, lo abbiamo dimenticato”, lasciando che il cuore si trasformasse in roccia.