Dilaga la rivolta degli agricoltori. Abbattuta statua davanti all’Europarlamento

In Italia, dal Nord a Sud, la marcia dei trattori non si arresta, con diversi blocchi stradali. Ma la protesta ha ormai invaso tutta l’Europa. L’Europarlamento rimanda a giovedì l’esame del dossier e promette risposte al movimento.

A Milano una decina di trattori ha raggiunto il Pirellone, presidiato da un imponente servizio di forze dell’ordine; traffico in tilt al casello autostradale di Brescia; al confine di Ventimiglia bloccata la A21; cortei anche a Cuneo e Novara; 300 manifestanti sulla Torino-Piacenza; mobilitazione anche in Valle d’Aosta; al Centro nuovamente messi sotto pressione gli svincoli dell’Autostrada del Sole a Orte, nel Viterbese, e il casello Valdichiana nell’Aretino. All’Aquila un centinaio di trattori ha occupato due zone distinte e opposte a est e ovest della città. A Sud cortei di trattori in Puglia nel Foggiano e nel Brindisino, in Sardegna al porto di Oristano, dopo quello di Cagliari ieri, in Calabria sulla Statale Ionio-Tirreno nella piana di Rosarno.

Al centro della vicenda ci sono le nuove normative europee in materia agricola. Da quest’anno, infatti, scatta l’obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i dieci ettari. A questo si aggiunge il caro carburante, la carne sintetica e i cibi a base cellulare, le tasse, le farine di insetti, i redditi ridotti al minimo e l’Irpef agricola. Il timore è anche che Paesi extra Ue non sottoposti allo stesso rigore, sia in senso ambientalista, sia dei controlli qualitativi, possano invadere il nostro mercato. Tra le tante richieste al Governo, l’abbattimento delle accise sui carburanti ad uso agricolo; la necessità di stilare con i rappresentanti istituzionali un’agenda comune dei provvedimenti da adottare; l’esigenza di evitare l’introduzione dell’Irpef sui terreni agricoli così come l’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli utilizzati unicamente all’interno delle proprietà private o delle aziende.

La rivolta ha comunque un respiro europeo. È partita, infatti, dalla Francia, dove gli agricoltori francesi in rivolta, dopo giorni di protesta, ieri hanno fatto irruzione in una zona di stoccaggio dei mercati generali di Rungis, alle porte di Parigi causando ingenti danni. Fonti della polizia francese precisano che i manifestanti sono stati evacuati dalle forze dell’ordine e che sarebbero 79 le persone fermate dalla polizia.
E mentre era in corso il Consiglio europeo oltre mille trattori hanno invaso le strade di Bruxelles per contestare la Politica agricola comune e il Green Deal, bloccando Place de Luxembourg, davanti alla sede del Parlamento e appiccando roghi con legna e pneumatici. Molte le esplosioni di petardi, 4 le prime persone fermate. Dopo un’intera giornata di assedio davanti all’Eurocamera, il portavoce dei giovani agricoltori, parlando da un trattore, ha dichiarato di non essere stati ascoltati. I trattori sono quindi partiti in direzione del ring della capitale belga.

I focolai si moltiplicano in tutto il continente. I blocchi nelle strade sono ormai decine e l’assedio non è più circoscritto soltanto a Parigi ma all’Europa intera, dilagando dal Belgio alla Germania, dall’Italia alla Grecia, fino a raggiungere la Spagna. La Ue, sotto accusa per il Green Deal, i nuovi requisiti della Pac e l’accordo con il Mercosur, ha deciso di rispondere con nuove misure che saranno presentate giovedì, quando il dossier arriverà sul tavolo del vertice straordinario dei leader Ue.