Grandis: “L’intelligenza Artificiale è una bambina di 8 anni, con gli occhi dolci ed un coltello in mano”

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Seguo da tempo su Linkedin Nicola Grandis, Ceo di Asc27 e Aida46, perché considerato uno dei maggiori esperti di Intelligenza Artificiale in Italia. E mi sono imbattuta in un suo messaggio piuttosto convincente che risponde ai parossismi che stiamo leggendo in questi mesi su questa tecnologia che tanto spaventa. L’ignoto da sempre spaventa, ma se questo ignoto non è frutto di un catastrofismo naturale, ma piuttosto dell’ingegno dell’uomo, mi viene da pensare che la sua pericolosità dipenderà dall’uso che i Governi e le imprese e noi stessi ne vorremo fare. La calcolatrice o il computer sono arrivati in nostro soccorso per facilitarci la vita e velocizzare alcune operazioni, ma se abbiamo pensato di abbandonarci a loro rinunciando all’esercizio della memoria, delle facoltà mentali, del pensiero critico o della nostra creatività è un autogol che abbiamo fatto a noi stessi. 

Condivido con voi il pensiero di Grandis, che sicuramente ci aiuterà nella riflessione:

L’#intelligenzaArtificiale è una bambina di 8 anni, con gli occhi dolci ed un coltello in mano. No, non lo ha detto ChatGTP. L’AI è bambina perché, nonostante i suoi 70 anni, così come accade anche con molte altre branche delle scienze, anche quella dell’AI è soggetta a opportunità e rischi della crescita. In questo senso, l’AI è scapestrata, ribelle, talvolta innocentemente truffaldina. 

L’AI ha un coltello in mano. I fabbricanti di Hype, i mercificatori di informazione, ma anche chi non la comprende, pur volendo eleggersi suo Cicero, la dipingono a tinte fosche, tracciano scenari spaventosi ed incerti, talvolta la imbruttiscono fino a farla assomigliare a uno spaventapasseri per i corvi. Giusto ieri, si sono dovuti scomodare dei ricercatori di Standford per dire che “le tendenze dei large language models [modelli di linguaggi basati sulle reti neuronali –ndr] verso l’AI Generale sono solo miraggi”. Ebbene però, bisogna ricordarsi che per quanto ciò che non si conosce sia anche spaventoso, il fascino conturbante dell’ignoto ci ha già spinto verso le stelle e ci tiene svegli di notte. 

Se avessimo temuto l’arte di forgiare il bronzo, oggi staremmo urlando contro i dinosauri e non avremmo mai costruito palazzi alti un kilometro. L’AI non è ancora adulta, ma sta crescendo bene. Soprattutto l’AI è già qui e non si può riavvolgere il nastro. L’AI è un dono che ci è stato fatto insieme alla Teoria dell’informazione.

L’Intelligenza Artificiale può solo essere compresa e utilizzata, altrimenti la bambina con il coltello ghignerà verso gli individui e le aziende che, non essendosi evoluti in tempo, si saranno semplicemente estinti. 

E poi, esistono gli amanti delle locandine che mostrano bambine col coltello, anche se Midjourney [il laboratorio di ricerca e il nome del programma di intelligenza artificiale che crea immagini da descrizioni testuali, simili a DALL-E– ndr] si rifiuta di disegnarle. Ciao Chucky”.