Il venerdì nero delle borse parato dalle nostre eccellenze ma senza infrastrutture con Regioni in crisi idrica, treni in ritardo e autostrade da bollino rosso rischiamo il declino
Il crollo del colosso dei chip Intel, che ha perso oltre il 27%, la caduta di Amazon che che ha lasciato sul terreno l’8,74%, sono – per citare solo due colossi mondiali – i protagonisti del venerdì nero che hanno trascinato anche l’Italia nel vortice delle perdite. Sotto il peso dei titoli tecnologici in caduta e le avvisaglie di una nuova (possibile) recessione, sono stati bruciati miliardi di capitalizzazione. L’Italia è stata la maglia nera in Europa, con Piazza Affari, che ha dissolto in poche ore quasi 40 miliardi di euro. In questo scenario già repentino e critico c’è da aggiungere che la nostra industria da 16 mesi rallenta. L’altra faccia della medaglia, invece, è rappresentata dal turismo che segna un record con l’aumento del 14% delle presenze e introiti per 84 miliardi.
Acqua, ferrovie e autostrade la grande arretratezza
L’interrogativo è tuttavia d’obbligo può reggere il turismo in un Paese dove le autostrade in estate sono un incubo da bollino rosso e nero malgrado siano stati sospesi 900 cantieri; c’è una Penisola dove i traghetti alzano le tariffe e i treni anche quelli più costosi e sulla carta più efficienti segnano ritardi rilevanti sull’intera rete per lavori in corso che si protraggono per mesi e anni; possono, inoltre, le regioni, le città e le località maggiormente affollate di vacanzieri vivere con l’incubo dell’emergenza idrica e i rubinetti a secco? Il caso Sicilia, Basilicata e Puglia sono l’evidenza di una emergenza senza fine. Pubblichiamo oggi un resoconto della società Cgia di Mestre dove si sottolinea come la gestione delle risorse idriche deve affrontare una crisi significativa ed epocale: “Ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili, meno di 58 litri arrivano effettivamente agli utenti finali. Gli altri 42 litri, pari a un valore assoluto di 3,4 miliardi di metri cubi all’anno, si perdono lungo una rete idrica spesso datata e mal tenuta”.
Arte, cibo e moda, non basteranno
Come è noto abbiamo le carte vincenti a livello planetario di una Italia che gode di uno straordinario appeal turistico per avere buona parte del patrimonio culturale e storico a livello mondiale. Abbiamo la bontà e la ricercatezza del nostro cibo, una attrattiva promossa dalle centinaia di prodotti locali, dalle qualità di ciò che offriamo, dalla possibilità di avere ovunque piatti tipici. Avevamo, inoltre, nel settore dell’alta moda una leadership mondiale ma l’elenco delle Maison italiane passate in mano straniera è straordinariamente lungo. Festeggiamo la longevità e creatività di tante personalità del settore che sono sulla soglia dei 90 anni ma nel contempo registriamo impotenti e con amarezza la fuga di troppi marchi prestigiosi, di risorse economiche che vanno all’estero e, nel contempo, si mortifica il talento dei giovani che rimangono in patria ma sono privi delle giuste risorse e dei sostegni necessari.
Pnrr, Comuni rischio scelte non strategiche
Cibo, moda e turismo sono i nostri grandi giacimenti, – solo calcolando le vacanze hanno queste generato un impatto economico sui territori di oltre 84 miliardi di euro -. Sono i dati salva Italia ma stiamo perdendo la sfida della innovazione, delle infrastrutture efficienti e moderne, di come superare le emergenze nei trasporti, nella ristorazione – dove mancano migliaia di addetti -; non riusciamo in concreto a mettere in campo una svolta percepibile. C’è da interrogarsi sulle motivazione di questa arretratezza. Abbiamo i fondi del Piano nazionale di ripresa che devono dare una svolta, l’impegno del ministro Raffaele Fitto e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni è notevole, monitoraggi e Cabine di regia dicono che i progetti sono i definizioni e attuazione. Basterà? Non è così scontato, molto dipende da cosa fanno altri Enti territoriali, come Regioni e Comuni. Se i sindaci punteranno su arredi urbani e piazze da abbellire, avremo certo alcuni luoghi più accoglienti ma se non metteranno mano alle reti idriche colabrodo, avremo città senza acqua ed emergenze irrisolvibili.
Così come le Regioni che dovrebbero essere più attente allo sforzo complessivo del Paese ma che spesso puntano ad essere soliste e distaccate dal contesto nazionale. Il turismo sta parando i venerdì neri della borsa ma non culliamoci troppo sui risultati, basta poco per far cambiare rotta a milioni di visitatori delusi.