Occorre guardare avanti con una visione strategica per il futuro, seguendo il monito di Papa Francesco sul rispetto dell’ambiente e della persona. La Transizione ecologica ci permetterà di stroncare ecomafie e traffici illegali di rifiuti e di creare sviluppo sostenibile e occupazione.
Il Governo Draghi si è dato obbiettivi di crescita che, con i miliardi – se ben spesi – del Piano nazionale di Ripresa, saranno le basi di una svolta duratura e positiva per l’interno Paese.
Transizione ecologica senza se e senza ma
Il percorso verso la Transizione ecologica noi lo condividiamo appieno perché porterà non solo l’Europa a realizzare il principale obiettivo di ridurre l’inquinamento e l’impatto del cambiamento climatico, ma anche l’Italia ad assumere un ruolo di protagonista nella tutela dell’ambiente. Sono progetti realizzabili che cambieranno modelli di sviluppo e le nostre vite in meglio. Ma oggi vanno fatte scelte strategiche che non sono più rinviabili.
Affari criminali
Partiamo da un’analisi dell’esistente. Il traffico illegale di spazzatura in partenza dall’Italia verso Africa e Paesi dell’Est e del Mediterraneo ha assunto proporzioni drammatiche, per le infiltrazioni criminali, per i costi, per i danni all’ambiente. Esportiamo quotidianamente migliaia di tonnellate di plastica, spazzatura, rifiuti speciali come pneumatici fuori uso, estintori, bombole di Gpl, batterie, pannelli solari, cellulari, rifiuti di lavorazioni chimiche e ospedaliera. Solo nel 2020 le tonnellate di rifiuti sequestrati sono triplicate, il 60% arriva dalle aree a rischio del sud. Nonostante i sequestri e le denunce, i traffici illeciti sono un fenomeno in continuo aumento. Un affare criminale che supera secondo le ultime stime i 20 miliardi l’anno e, secondo l’Agenzia delle Dogane, “solo nel 2020 i sequestri sono stati 541 per un totale di 7.313 tonnellate di rifiuti, il triplo rispetto rispetto al 2019”.
Ambiente e lavoro
Se si riuscirà a stroncare questo malaffare, e lo Stato può farlo con i suoi mezzi, sarà possibile creare un circolo virtuoso che aprirà un nuovo mondo. Si potrà avverare nei territori quella economia verde che darà spazio a mille forme di nuova imprenditoria e occupazione. Iniziando dalla realizzazione di moderni termo valorizzatori, dalla fine dei viaggi inquinati e sversamenti illegali gestiti dalle eco mafie. La creazione di posti di lavoro e di quelle attività di indotto con filiere che possono interagire con campi di alta tecnologia. Saremo così in grado di realizzare in concreto quella auspicata economia circolare, con le sue molteplici forme che si evolvono anche con il packaging. Sarà possibile il riutilizzo e il riciclo su piccola e grande scala. L’obiettivo della tutela dell’ambiente si coniuga con le crescenti aspirazioni e interessi dei consumatori. Si perché, ricordiamolo, oggi in Italia l’agroalimentare vale 500 miliardi l’anno, che le scelte bio di imprese e cittadini sono in costante crescita.
La politica faccia scelte vere
Noi vorremmo che in Italia la politica parlasse di tutto questo: di sviluppo sostenibile, di economia verde, di come realizzare quelle filiere corte che rendono produttivo smaltire e riciclare rifiuti. Il dibattito invece è monopolizzato da misure come il Reddito di cittadinanza che pur dando una mano alle famiglie povere – come giusto che sia – ha creato una sacca dispendiosissimo assistenzialismo. Con pochissimi e improduttivi posti di lavoro.
Se c’è una sfida fa fare è quella del futuro, dell’ambiente e nell’ascoltare le preziose parole del Pontefice quando ci ricorda che il Pianeta è unico, che siamo custodi del Creato, che il futuro va ripensato e costruito coniugando sviluppo, rispetto dell’ambiente e della persona umana. Possiamo farlo iniziando dal Pnrr e dalla Transizione ecologica. Allora impegniamoci.