La 76ª Assemblea Generale della Cei è stata la prima occasione pubblica per il Cardinale Zuppi, neo-presidente della Conferenza Episcopale, di parlare alla stampa. Con la chiarezza e la semplicità che lo contraddistingue, ha parlato di tutti i temi che sono stati al centro del nuovo cammino sinodale della Chiesa, che per il primo anno ha aperto l’ascolto anche ai laici. “Interi Consigli comunali si sono confrontati con i responsabili del cammino sinodale e la scelta è di continuare l’anno prossimo anche con Stati generali di incontro – ha detto insistentemente il Cardinale -. L’ascolto è anche per farci ferire, provoca delle risposte, ci costringe a cambiare e ci darà materiale per le decisioni degli anni prossimi”. “È facile parlare sopra, l’ascolto invece è un atteggiamento spirituale”:
Ricordarsi di tutte le guerre, anche quelle dimenticate
La pandemia, che lascia alle spalle tante difficoltà, soprattutto a carico degli anziani, bisognosi di farmaci e cure domiciliari e dei giovani che hanno sofferte dell’assenza delle relazioni sociali, non è solo quella sanitaria, ha fatto presente il presidente, ma anche quella della guerra, dell’Ucraina in primis, ma non solo. Zuppi, infatti, ha voluto richiamare alla mente il dramma dell’Afghanistan sparito dalle cronache dei giornali, della Libia ma anche degli ultimi 70 dispersi nelle acque del Mediterraneo.
Un mondo senza armi nucleari
Parlando di Ucraina, sono state evocate le parole del Santo Padre, che invita a non ragionare solo nella logica delle armi. “Occorre trovare – ha detto il Cardinale – una composizione diplomatica nel senso più alto”, perché “la legittima difesa è certo un diritto ma il più grande diritto e quello alla pace”. L’augurio è che tutti i piani di pace, compreso quello presentato dal nostro Governo, possano andare avanti: “non possiamo abituarci alla guerra”, ha detto Zuppi. Nell’occasione è stato anche ricordato che i Vescovi hanno condiviso l’appello ‘”Per una Repubblica libera dalle armi nucleari”, firmato nella scorsa primavera da oltre 40 presidenti nazionali di associazioni cattoliche. Più volte si sono espresse in merito all’adesione del trattato Onu, che l’Italia non ha ancora ratificato.
Entro il 18 novembre il primo Report sugli abusi minorili
Al centro del discorso del presidente della Cei il tema della pedofilia. I Vescovi hanno approvato una determinazione con cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili. Oltre ad implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, l’Assemblea ha deciso di attuare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. La Cei provvederà alla pubblicazione del primo Report entro il 18 novembre prossimo.
La Cei collaborerà con L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile
“Lo dobbiamo alle vittime – ha detto il Cardinale – la Chiesa è dalla loro parte. Il loro dolore è la prima preoccupazione” e per questo I Vescovi hanno accolto con molto favore la possibilità di collaborare con le istituzioni pubbliche “per lo studio e il monitoraggio della prevenzione e il contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale a danno delle persone di minore età in tutta la società italiana”, in qualità di invitati permanenti all’Osservatorio del ministero della Famiglia istituito con legge 269/1998. A chi ha domandato perché il Report non parta dal 1945 come in Francia, il cardinal Zuppi ha risposto: “Perché è molto più serio così. A noi interessa affrontare le contraddizioni vere, le cose che conosciamo. Bisogna evitare il rischio di minimizzare ma anche di amplificare”.