Ue: un giovane su 5 fa il pirata in rete. In Italia va meglio

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I giovani europei acquistano più prodotti contraffatti e continuano ad accedere a contenuti piratati. Lo rivela la scheda di valutazione sui giovani e la proprietà intellettuale 2022, pubblicata dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO). L’indagine fornisce un aggiornamento sui comportamenti dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni nei confronti delle violazioni della proprietà intellettuale in un contesto post-pandemia, esaminandone i due aspetti: le tendenze nell’acquisto di prodotti contraffatti e nell’accesso a contenuti piratati, a partire dal 2016. Ne risulta che più della metà (52%) degli intervistati ha riferito di aver acquistato almeno un prodotto contraffatto online nell’ultimo anno, intenzionalmente o accidentalmente, e un terzo (33%) di aver effettuato l’accesso a contenuti digitali da fonti illegali.

Tra coloro che hanno agito intenzionalmente, il 37% ha acquistato un prodotto contraffatto – un aumento significativo rispetto al 14% del 2019 – e il 21% ha utilizzato, riprodotto, scaricato o fruito in streaming di contenuti da fonti illegali. In Italia la situazione è leggermente migliore, ma non troppo differente. Il 27% dei giovani ha acquistato intenzionalmente un prodotto contraffatto e il 24% ha effettuato l’accesso a contenuti piratati in modo consapevole. I numeri, dunque, variano da un Paese all’altro: la percentuale più alta si registra in Grecia (62%) e la più bassa nella Repubblica Ceca (24%).

Le motivazioni

Il prezzo e la disponibilità restano i fattori principali, ma anche l’influenza sociale e dei coetanei è sempre più importante. Un intervistato su 10 ha fatto riferimento a consigli da parte di influencer o persone famose. Solo il rischio, ossia le minacce informatiche, le frodi e l’impatto ambientale, sono tra i principali deterrenti.

Tipologie di prodotti contraffatti

I prodotti contraffatti che i giovani acquistano intenzionalmente più spesso sono abbigliamento e accessori (17%), seguiti da calzature (14%), dispositivi elettronici (13%) e prodotti per l’igiene, cosmetici, prodotti per la cura della persona e profumi (12%). Ma è pur vero che questi acquisti avvengono anche a causa di indicazioni fuorvianti. L’acquisto non intenzionale di prodotti contraffatti si attesta altresì al 37% e gli intervistati hanno dichiarato di avere difficoltà a distinguere i prodotti autentici da quelli contraffatti. Il 48% non aveva acquistato tali prodotti o non era certo di averli acquistati o meno.

Contenuti digitali: film, serie tv e musica

Per quanto riguarda i contenuti digitali, l’accesso da fonti legali sta guadagnando terreno tra le generazioni più giovani. Il 60% afferma di non aver utilizzato, riprodotto, scaricato o fruito in streaming di contenuti da fonti illegali nell’ultimo anno rispetto al 51% nel 2019 e al 40% nel 2016, confermando così la tendenza in atto.

Tuttavia, la pirateria intenzionale rimane stabile, con il 21% dei giovani consumatori (uno su cinque) che ammette di aver effettuato l’accesso a contenuti piratati consapevolmente negli ultimi 12 mesi. Una percentuale significativa di giovani è stata indotta ad accedere a contenuti piratati da indicazioni fuorvianti, il 12% lo ha effettuato accidentalmente e il 7% non sa se lo abbia fatto. Il principale tipo di contenuti piratati è costituito da film (61%) e serie televisive (52%), seguiti da musica (36%), utilizzando principalmente siti web, app e canali di social media dedicati.

Di contro va anche detto che attualmente i giovani intervistati menzionano più spesso una migliore comprensione dell’impatto negativo sull’ambiente o sulla società tanto che il 60% preferisce accedere a contenuti digitali provenienti da fonti legali, rispetto al 50% del 2019. In Italia, questa percentuale corrisponde al 61% dei giovani.