La legge di Bilancio non è ancora arrivata in Parlamento e già sono iniziate le richieste per dilatarne le spese. Succede sempre, e avviene in due direzioni. Da un lato, maggioranza e opposizione chiedono con squilli di tromba di destinare più risorse a questo o quel settore. Dall’altro, sottovoce, c’è il consueto assalto alla diligenza a base di piccoli e apparentemente innocui emendamenti con cui i politici di ogni parte cercano di accontentare le loro clientele. Che successo avranno queste pressioni?
Qualche cambiamento potrebbe esserci, soprattutto se, dall’incontro tra Meloni e Calenda, emergerà una concreta e inedita possibilità di dialogo tra la maggioranza e una parte dell’opposizione. La richiesta di Calenda di aumentare le risorse per la Sanità appare ragionevole e dovrebbe trovare ascolto da parte di una leader che ha sempre incarnato più la destra sociale che la destra economica
Se ci sarà un’apertura del Presidente del Consiglio su questo tema è immaginabile che sia da Forza Italia che dalla Lega si alzerà un coro di richieste di ulteriori spese in altri settori. Per la sicurezza, ad esempio. Ma non solo. In fondo, i due partiti minori della coalizione non vogliono sentirsi inferiori a nessuno. Non vedono di buon occhio la mano tesa di Calenda a Meloni perché temono che questo possa ridurre il loro peso nella maggioranza e indebolire sostanzialmente il loro peso politico.
Rispetto ad una sinistra tradizionale che, insieme ai 5Stelle, vede come fumo agli occhi questo Governo, l’offerta di dialogo di Calenda fornisce una legittimazione particolare a Giorgia Meloni, rafforza il suo ruolo di guida del Governo e il suo prestigio personale. E contribuisce a svelenire un clima politico che continua a riprodurre i toni di barricata della campagna elettorale.