I soldi ci sono: 15 miliardi previsti dal Pnrr. Cosa manca? Un coordinamento nazionale delle opere che fissi termini perentori agli enti territoriali che devono predisporre e realizzare gli interventi, e intervenga con poteri straordinari per superare le inerzie di chi deve decidere e le lungaggini della burocrazia.
Per questo ieri il nostro giornale ha chiesto l’istituzione di una “Struttura di missione” presso la Presidenza del Consiglio con ampi poteri e dedicata alla messa in sicurezza di persone e territori che si trovano in condizioni di rischio, quantificati dal rapporto Ispra del 2021 in oltre 7.000 Comuni e 8 milioni di abitanti. La velocità degli interventi è resa più stringente dall’intensificarsi di eventi climatici estremi che un tempo erano più rari.
Il costo umano, sociale ed economico dei ritardi o dei mancati interventi in questo settore è enorme e non dovrebbe far dormire sonni tranquilli a nessuno. Occorre una pianificazione che si avvalga di esperti e da cui derivino obblighi alle autorità locali a realizzare le opere entro date certe.
È un tema su cui il Governo farebbe bene a riflettere, magari subito dopo il mese di calvario che lo attende sulla Legge di Bilancio. Ma non c’è tempo da perdere, altrimenti ci troveremo di fronte all’ennesima tragedia a piangerci addosso.
Giorgia Meloni ha stanziato 2 milioni per Ischia, nominato una Commissaria straordinaria. Musumeci annuncia la costituzione di una task force. Vedremo. Intanto Calenda e Renzi vanno ad uno scontro molto duro con Giuseppe Conte. Nel suo primo Governo -è l’accusa- Conte smantellò l’Unità di missione “Casa Italia” solo perché l’aveva voluta Renzi e fece un condono pericoloso proprio per Ischia. Il leader 5S nega di aver varato alcun condono. La polemica diventa rovente. Ma certo il tema è gravissimo.
Giustificare e tollerare abusivismi perché dettati dalla necessità spesso significa lasciar vivere persone in luoghi inabitabili che comportano il rischio della vita. Serve, invece un grande piano per abbattere edifici che si trovano in luoghi a rischio e costruire nuove unità abitative per dare una risposta adeguata a famiglie povere o in forte difficoltà.
Politica di sicurezza e politica sociale non sono inconciliabili. Anzi, devono andare di pari passo. Non servono condoni camuffati o ipocriti piagnistei. La tragedia di Ischia, purtroppo una delle tante che seminano lutti nel Bel Paese, segni una svolta decisiva nella direzione di scelte coraggiose anche se apparentemente impopolari.