Una brusca correzione di rotta che irrobustisce il Governo, riduce gli spazi di manovra di Salvini, crea qualche difficoltà alle strategie di Calenda-Renzi e rischia di spingere fuori dal partito del Cavaliere i “forzisti” che non hanno mai digerito la Presidenza Meloni.
I consigli della moglie Marta Fascina e della figlia Marina hanno convinto Berlusconi che era sbagliato continuare sulla linea che lo portava a divergere da Giorgia Meloni e a schiacciarsi sulle posizioni di Salvini. Ed ecco il miracolo. Dopo essere stato per mesi freddo e critico con la giovane Presidente del Consiglio Berlusconi schiera una nuova squadra vicina alle posizioni filogovernative di Antonio Tajani, lasciando con un palmo di naso alcuni fedelissimi come Licia Ronzulli. Nelle prossime settimane vedremo se al cambio di uomini seguiranno scelte coerenti, a partire dalla posizione da tenere sulla guerra in Ucraina. Ma il dado è tratto. Chi poteva influire sull’anziano leader ha fatto bene la propria parte e ora per il Cavaliere è impensabile una marcia indietro. Meloni intasca un importante assicurazione sulla tenuta della maggioranza e sulla vita del Governo.
Salvini spiazzato e isolato
La mossa di Berlusconi spiazza Salvini che finora aveva potuto contare su un asse col Cavaliere facilitato proprio dall’ala meno governativa di Forza Italia. Il leader della Lega non ha più una spalla su cui contare e se vuole fare qualche scherzetto a Meloni dovrà gestirlo in prima persona, assumendosene i rischi. Salvini sarà tentato di corteggiare i forzisti perdenti spalancando loro le porte di Via Bellerio. Ma di fronte a un Presidente del Consiglio politicamente rafforzato rischia l’irrilevanza. I distinguo della Lega sulla guerra in Ucraina avranno un peso sempre minore.
Un argine verso il Terzo polo
Tra gli argomenti usati per convincere Berlusconi alla svolta, sicuramente deve aver pesato la strategia di Calenda-Renzi. Continuando a fare il controcanto a Salvini, Berlusconi stava offrendo un grande spazio di manovra al Terzo Polo che cerca di conquistare le componenti più moderate sia della sinistra che del destra-centro. Berlusconi prova ad arginare le simpatie di alcuni “forzisti” verso Calenda-Renzi che, a loro volta, dovranno rivedere le loro strategie nella costruzione dell’area riformista di centro.