Montagne di plastica, scarichi non depurati, comportamenti illegali ed ecomafie sono le emergenze che ogni giorno inquinano non solo i nostri mari, ma anche i fiumi e i laghi. Per questo ogni anno la Goletta verde dei laghi di Legambiente monitora lungo tutta la Penisola canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento raggiunge i bacini lacustri, restituendoci la fotografia dello stato di salute del nostro Paese. I parametri indagati sono microbiologici alla ricerca di enterococchi intestinali ed escherichia coli. Ieri è stato il turno della tappa laziale, che tutto considerato presenta un bilancio incoraggiante: solo 8 punti dei 25 campionati è oltre i limiti di legge. Incriminati sono il Lago di Bolsena, con 2 punti inquinati e 2 fortemente inquinati su 6 campionamenti; il Lago di Fondi, con 1 inquinato e 1 fortemente inquinato e i laghi di Sabaudia e di Fogliano con 1 fortemente inquinato e 1 entro i limiti. Ottimi, invece, i risultati dei laghi di Albano, di Bracciano, di Canterno, del Salto e del Turano, dove tutti i punti campionati risultano entro i limiti. Il Lago di Albano a Castel Gandolfo resterà, comunque, un sorvegliato speciale per verificare se i risultati si dimostreranno stabili e non occasionali.
Buone le analisi dell’acqua dei Laghi Salto e Turano, ma a rischio dissesti idrogeologici
“Nessuna criticità microbiologica da scarsa o mancata depurazione sul lago di Bracciano e Albano, dal Lago di Canterno e dai Laghi del Salto e Turano – ha annunciato in conferenza stampa Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -, così come dal Lago di Vico dove però l’inquinamento di tipo chimico causa scarsa ossigenazione. Emergono, invece, importanti criticità puntuali nel lago di Bolsena e nei laghi di Fondi, Sabaudia e Fogliano, dove sono necessarie azioni risolutive per problematiche tanto evidenti da riemergere costantemente negli anni con le nostre analisi. Non diamo patenti di balneabilità né giudizi sullo stato complessivo dei laghi o dei territori che vi si affacciano e ci concentriamo sull’individuazione dei punti critici, invitando amministrazioni, gestori del servizio idrico e la cittadinanza stessa a essere protagonisti nel miglioramento ambientale necessario, mettendoci a completa disposizione nel continuare a indagare sulle cause dell’inquinamento, per dare slancio allo sviluppo sostenibile, la green economy, il turismo responsabile e una forte tenuta complessiva di una risorsa idrica sempre più preziosa”. Va anche ricordato, come sottolinea il presidente di Legambiente, che questi risultati non rappresentano lo stato generale di salute dei laghi per esempio dei laghi reatini (Salto e Turano), i cui comuni, secondo l’Ispra, sono di contro tutti a elevato rischio di frana.
Nessuna criticità rilevante anche in Campania, ma resta il problema degli scarichi non depurati
Nessuna particolare criticità segnalata anche nella tappa campana. Sette i punti monitorati quest’anno dalla Goletta dei Laghi nei bacini lacustri Patria, d’Averno, Fusaro e sottoposti ad analisi microbiologiche. Più specificamente, due punti sono stati campionati nel lago Patria, tre in quello d’Averno e due nel Fusaro. Di questi, un punto sul lago Fusaro risulta “fortemente inquinato”, gli altri tutti entro i limiti di legge. “Rimane però la necessità di effettuare verifiche attente sugli scarichi non depurati che ancora pervengono nei laghi – ha dichiarato Francesca, Direttrice di Legambiente Campania – e soprattutto completare nei tempi stabiliti i progetti delle Infrastrutture fognario depurative. A questo devono essere aggiunti strumenti sempre più efficaci, come il contratto di lago previsto dalla legge regionale 5/2019 e mettere al centro dell’azione di tutela la collaborazione tra Enti, cittadini e associazioni”.